
Ramallah – WAFA. “Una maschera, il colore del cielo”, un romanzo scritto dal prigioniero palestinese Basim Khandaqji, è stato nominato vincitore del Premio internazionale di narrativa araba (IPAF) 2024.
In un comunicato, la Società per i prigionieri palestinesi (PPS) ha dichiarato che Khandakji ha vinto il premio dopo essere stato sottoposto a una dilagante campagna di attacchi da parte dei media israeliani in seguito alla sua candidatura, qualche mese fa, al Premio internazionale di narrativa araba, noto anche come “il libro arabo”.
La PPS ha aggiunto che la guerra contro la narrativa palestinese costituisce un approccio coerente da parte dell’occupazione israeliana nell’affrontare la presenza palestinese, notando che la creatività dei detenuti è stata un bersaglio costante delle Autorità di occupazione, attraverso azioni penali e l’imposizione di sanzioni contro coloro che hanno lasciato una chiara impronta e un impatto sulla produzione letteraria.

La giuria ha scelto il libro vincitore tra 133 titoli presentati come il miglior romanzo pubblicato in arabo tra luglio 2022 e giugno 2023. La proprietaria della casa editrice libanese Dar al-Adab, Rana Idriss, ha ritirato il premio ad Abu Dhabi a nome di Khandaqji.
Il titolo del libro fa riferimento alla carta d’identità blu emessa da Israele, appartenuta a un israeliano e trovata dal protagonista Nur – un archeologo che vive in un campo profughi di Ramallah – nella tasca di un vecchio cappotto. Nur adotta questa maschera e ciò che segue è una narrazione sperimentale e a più livelli che si propone di recuperare elementi della storia e della memoria dei luoghi con una caratterizzazione vivida e memorabile.
Nabil Suleiman, presidente della Commissione di giudici del 2024, ha dichiarato che il romanzo fonde il personale con il politico in modo innovativo.
“Si avventura nella sperimentazione di nuove forme narrative per esplorare tre tipi di coscienza: la consapevolezza di sé, la consapevolezza degli altri e la consapevolezza globale”, ha detto, aggiungendo che sviscera una realtà complessa e amara di frammentazione familiare, sfollamento, genocidio e razzismo.
Khandakji, quarantenne di Nablus, è stato arrestato il 2 novembre 2004. Dopo la detenzione, è stato sottoposto a una dura e lunga indagine. L’occupazione lo ha poi condannato a tre ergastoli.
Prima della sua detenzione, Khandaqji era uno studente dell’Università nazionale di al-Najah, specializzato in giornalismo e media. Durante la detenzione ha pubblicato due raccolte di poesie, 250 articoli e diversi romanzi letterari.
Khandaqji ha scritto raccolte di poesie – tra cui “Rituali della prima volta” (2010) e “Il respiro di una poesia notturna” (2013) – e tre romanzi: “Il narciso dell’isolamento” (2017), “L’eclissi di Badr al-Din” (2019) e “Il respiro di una donna abbandonata” (2020). Alcune sue opere sono state tradotte in francese.
Traduzione per InfoPal di F.L.