di Mazin Qumsiyeh, Betlemme occupata, Palestina
È stata una settimana piuttosto strana in Medio Oriente. Vediamo un po' di esempi di questa stranezza:
– l'Agenzia internazionale dell'energia atomica (Aiea) ha ceduto alle pressioni degli Usa e di altri paesi occidentali, ed ha così mancato di rivolgere qualsiasi richiesta esplicita o persino implicita a Israele perché sottoscrivesse il Trattato di non-proliferazione (Tnp). Uno dei pretesti citati è che esiste un delicato processo di pace in corso, e quindi “non vogliamo turbare la situazione” (ovvero, non vogliamo turbare Israele);
– con l'aiuto di un'Anp priva degli attributi, il Consiglio dell'Onu per i Diritti umani ha ceduto alla legge del più forte, rifiutando di perseguire Israele per le evidenti violazioni della legge internazionale commesse durante l'attacco a Gaza. Uno dei pretesti citati è – ancora una volta – che esiste un delicato processo di pace in corso, e quindi “non vogliamo turbare la situazione” (ovvero, non vogliamo turbare Israele);
– il Consiglio dell'Onu per i Diritti umani ha pubblicato un report sulle sue indagini riguardanti l'uso della forza da parte d'Israele, ivi compresa l'esecuzione evidente dei passeggeri della Freedom Flotilla. Ciononostante, le grandi potenze sostengono che esiste una commissione d'inchiesta Onu (tre individui pieni di simpatia per Israele, e tra i quali vi è anche un noto criminale di guerra) che esaminerà l'episodio dell'assalto alla nave e lancerà delle raccomandazioni, ma senza intervistare i sopravvissuti né gli assalitori, e senza chiedere a Israele di consegnare i nastri, le telecamere ecc. che ha confiscato (quindi, senza prove). E, guarda caso, gli Usa e le altre grandi potenze sostengono che esiste un delicato processo di pace in corso, e quindi “non vogliamo turbare la situazione” (ovvero, non vogliamo turbare Israele);
– lo Stato israeliano si rifiuta di arrestare le attività coloniali nei brandelli rimasti di territorio palestinese. L'amministrazione Usa offrirà a Israele ogni sorta d'incentivi, inclusa la promessa di appoggiare la richiesta che qualunque staterello venga concesso ai palestinesi resti del tutto privo di sovranità (ad esempio, le truppe israeliane devono essere lasciate a sorvegliarne i confini) e di non pretendere il rispetto dei diritti palestinesi (ad esempio, il diritto al ritorno dei rifugiati). Ma queste, sia ben chiaro, sono tutte manovre diplomatiche, “perché noi vogliamo che le trattative di 'pace' (che proseguono ormai da diciott'anni) continuino…”;
– i media hanno ripetuto a pappagallo la versione israeliana secondo cui l'abbordaggio dell'ultima nave per Gaza è avvenuto “senza che venissero commesse violenze da chi si trovava a bordo” o dalla marina israeliana. Eppure, quando gli attivisti sono stati rilasciati, sappiamo che hanno parlato dei trattamenti orribili e degradanti riservati loro. Ma ricordate, l'Anp e il regime di apartheid israeliano sono nel bel mezzo di un processo di pace! Quindi, chi se ne importa di quel che succede a un sopravvissuto all'olocausto di 80 anni, o ad un gruppo di ebrei di buon senso!
– il potente ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman è intervenuto davanti all'Onu, vantandosi del proprio potere e sostenendo che non vi sarà pace per lungo tempo, ma solo sistemazioni provvisorie, alcune delle quali potrebbero comportare la deportazione di parte della popolazione palestinese dalla zona racchiusa nella Linea Verde, così Israele potrà tenersi le sue colonie. Per riparare all'incidente diplomatico, Netanyahu non ha smentito il contenuto delle affermazioni, ma solamente dichiarato che è il suo ufficio a decidere le politiche. Gli Usa continuano a insistere che Netanyahu sta lavorando seriamente per la “pace”, quando persino gli idioti capiscono che siamo di fronte al governo di destra più fascista della storia d'Israele, e che Netanyahu è un veterano delle bugie (durante alcune conversazioni avute in privato, è stato registrato mentre respingeva qualsiasi idea di pace);
– comandati dalla lobby sionista, i governi dell'Ue e degli Usa stanno applicando sanzioni aggiuntive all'Iran e alle autorità iraniane, con il pretesto della soppressione dei diritti umani in Iran durante i recentri scontri! Credono che il mondo sia cieco, sordo e muto? Davvero non capiscono che il comportamento dell'Iran nei confronti dei dissidenti è uno scherzo in confronto alle instancabili stragi e alla pulizia etnica d'Israele? E dobbiamo anche ricordare la politica di perquisizioni e di confische dell'Fbi ai danni degli attivisti umanitari negli Usa? E ci aspettiamo che chiedano pure il rilascio del premio Nobel per la pace Mairéad Maguire dall'aeroporto di Ben Gurion (battezzato con il nome di un criminale di guerra e fautore della pulizia etnica)? Ah già, dimenticavo, l'Autorità nazionale palestinese di Mahmud Abbas, Saeb Erekat et aliis sono nel pieno di una trattativa di pace, quindi dovremmo tacere tutti;
– il presidente Barack Obama si erge di fronte all'Onu con il suo volto serio, e dichiara: “Coloro che vogliono vedere una Palestina indipendente devono anche smettere di fare a pezzi Israele. Dopo migliaia di anni, ebrei ed arabi non sono più stranieri in terra straniera. Dopo sessant'anni di comunità delle nazioni, l'esistenza d'Israele non dev'essere oggetto di dibattito. Israele è uno Stato sovrano, e patria storica del popolo ebraico. Dovrebbe essere chiaro a tutti che i tentativi d'intaccare la sua legittimità finiranno per incontrare l'opposizione inamovibile degli Stati Uniti. E i tentativi di minacciare o uccidere cittadini israeliani non aiuteranno il popolo palestinese”. Immaginate se avesse detto la stessa cosa dell'apartheid in Sudafrica. Ma certo, allora non esisteva nessun processo di pace, a parte quello tra Buthalesi Bantustan e il regime bianco;
– questa settimana, le forze di occupazione israeliana hanno ucciso cinque palestinesi, inclusi un pescatore e un neonato, e proseguito con l'assedio, la costruzione del Muro su terra palestinese, l'arresto di attivisti politici
ecc. Intanto, si continua a parlare di “pace”;
– Questi sono solo alcuni dei fatti piuttosto strani avvenuti questa settimana in Medio Oriente; tuttavia, se ci penso bene, noi abbiamo passato sessantadue anni di miserie, disgrazie e sofferenze, tutti puntellati da fatti strani e ai limiti dell'incredibile. Chi avrebbe mai ritenuto possibile radunare i sostenitori di una particolare ideologia in un unico punto del pianeta, scacciando gli abitanti nativi, trasformandoli in rifugiati e tuttavia chiamandoli “terroristi”? Chi avrebbe mai pensato che questo sarebbe stato ottenuto per mezzo di brutalità efferate, tutte appoggiate dalle potenze occidentali, rose loro stesse dall'odio per i non-bianchi?
– Ma noi ci facciamo coraggio, al pensiero che quest'enorme gioco truccato sta finalmente per giungere a termine. Alcuni sostengono che esiste una tendenza a trasformare la causa palestinese in una merce di scambio per ottenere profitto e conquistare posizioni di potere, e che quindi la Palestina è già stata persa in questo gioco di politiche mondiali. Ma io, scrivendo questi appunti dopo una lunga giornata di lavoro con i palestinesi (sia deboli che forti, sia giovani che anziani), posso dirvi che ci sottovalutano. Come chi investe contro i trend del mercato, suggerisco alla gente di andarci piano con le previsioni pessimiste. Le cose sembravano andare per il peggio nel 1920, nel 1928, nel 1935, nel 1972, nel 1986 e nel 1999. Quel che accadde negli anni successivi a quelli citati non era stato predetto, né era prevedibile per la maggior parte delle persone. Ma io mi comprometterò e farò un'affermazione basandomi sulla storia: la prossima Intifada sarà probabilmente mondiale. Gli individui potranno scegliere fra tre opzioni, indipendentemente da chi siano: sostenere gli oppressori, rimanere apatici (e quindi appoggiare lo stato di oppressione) o unirsi al crescente movimento di quelli che dicono: “Il troppo è troppo”.
Per altre informazioni su quest'argomento, consultare: “What if Peace Talks “Succeed?”, ovvero “E se le trattative di pace andassero 'a buon fine'?”
Molti cronisti prevedono che il dialogo diretto tra israeliani e palestinesi fallirà. Ma esiste uno scenario molto più pericoloso: che cos'accadrà se andranno “a buon fine”?
http://al-shabaka.org/policy-brief/politics/what-if-peace-talks-succeed
Mazin Qumsiyeh, PhD
Un beduino nel cyberspace, un cittadino a casa sua
Docente presso le università di Betlemme e Birzeit e Presidente del consiglio d'amministrazione del Centro palestinese per il riavvicinamento tra gli individui, http://www.pcr.ps