Gaza. L’agenzia per la salute sessuale e riproduttiva dell’ONU (United Nations Population Fund- UNFPA) ha affermato che i suoi partner a Gaza stanno segnalando un aumento delle nascite premature e delle morti materne durante la guerra genocida in corso. Si veda il rapporto: Donne di Gaza, un anno di crisi.
Secondo un rapporto dell’UNFPA del 1° novembre, circa 1,9 milioni di persone, tra cui 43.000 donne incinte, sono state sfollate, spesso ripetutamente, mentre le infrastrutture crollano e l’accesso ai servizi essenziali come cibo, acqua e assistenza sanitaria diventa assolutamente limitato.
“L’assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva, compresi i servizi di pianificazione familiare e postparto, è diventata gravemente limitata per 155.000 donne incinte e che allattano, che affrontano gravi rischi per la salute a causa della mancanza di cure prenatali e postnatali”.
“Le gravidanze complicate e ad alto rischio collegate a esiti negativi sono aumentate, mentre l’accesso a servizi di parto sicuro è drammaticamente diminuito, soprattutto al Nord”.
Molte donne sono costrette a partorire senza accesso all’assistenza medica, ha aggiunto.
“Anche l’igiene mestruale è diventata quasi impossibile da gestire, poiché le oltre 690.000 donne mestruate non hanno accesso a forniture sanitarie di base”.
“Donne e ragazze affrontano rischi maggiori a causa di rifugi sovraffollati e strutture igienico-sanitarie inadeguate. C’è un aumento delle infezioni, con il 25% delle donne che soffre di problemi alla pelle e altri problemi di salute”.
“Il costo di articoli essenziali come il sapone è salito alle stelle del 1.100%, rendendo impossibile mantenersi pulite e aumentando la vulnerabilità delle donne alla violenza e allo sfruttamento”.
“Nel nord di Gaza, solo due dei 20 punti di assistenza sanitaria e due ospedali, Kamal Adwan e Al Awda, che forniscono entrambi assistenza ostetrica di emergenza, sono ancora parzialmente funzionanti, perché lottano per funzionare senza rifornimenti, carburante, cibo o acqua”.
“Questo limiterà ulteriormente l’accesso all’assistenza sanitaria materna per circa 14.000 donne incinte e che allattano nel nord di Gaza”.
“La fame dilaga a Gaza, spingendo la regione sull’orlo della carestia. Si stima che 1,84 milioni di persone, tra cui 42.000 donne incinte, affrontino livelli critici di fame”.
“Le condizioni sono così terribili che oltre 3.000 donne incinte stanno già sperimentando livelli catastrofici di insicurezza alimentare (IPC5), numero che potrebbe salire a 8.000 con l’arrivo dell’inverno”.
“Oltre 15.000 donne incinte sono al limite di livelli catastrofici di fame. Senza aiuti prolungati, si prevede che la malnutrizione acuta (IPC3) colpirà 16.500 donne incinte e che allattano in tutta Gaza, nei prossimi mesi”.
Traduzione per InfoPal di Edy Meroli