UNICEF: i bambini in Palestina vivono nella paura e in condizioni allarmanti, privi di protezione

New York – PIC. Il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF) ha avvertito domenica che i bambini in Palestina stanno affrontando condizioni “estremamente allarmanti”, vivendo in “intensa paura e ansia” e soffrendo le conseguenze della privazione di aiuti umanitari e protezione.

Questa dichiarazione è stata rilasciata da Edward Peppard, Direttore regionale dell’UNICEF per il Medio Oriente e il Nord Africa, dopo una visita sul campo di quattro giorni in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza.

Peppard ha affermato che la situazione nella Striscia di Gaza e nella Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, è “estremamente allarmante, poiché quasi tutti i 2,4 milioni di bambini sono colpiti in un modo o nell’altro”.

Ha aggiunto: “Alcuni bambini vivono in intensa paura e ansia, mentre altri affrontano conseguenze reali per la privazione di aiuti umanitari e protezione, o sono sfollati, affrontano la distruzione o persino la morte. Devono essere protetti”.

Ha osservato che circa un milione di bambini nella Striscia di Gaza non hanno i beni di prima necessità per la sopravvivenza a causa delle restrizioni all’ingresso degli aiuti umanitari.

In Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, il funzionario delle Nazioni Unite ha confermato che più di 200 bambini palestinesi e 3 bambini israeliani sono stati uccisi dall’ottobre 2023, segnando il più alto numero di morti tra i bambini in un lasso di tempo simile negli ultimi due decenni.

Ha sottolineato che “i bambini non devono essere uccisi, feriti o sfollati e tutte le parti devono rispettare i propri obblighi ai sensi del diritto internazionale”.

“I bisogni civili di base relativi alla protezione devono essere soddisfatti e il flusso di aiuti umanitari deve poter circolare rapidamente e ampiamente”, secondo quanto affermato dall’UNICEF.

All’inizio di marzo 2025, la prima fase dell’accordo di cessate il fuoco a Gaza, durata 42 giorni, si è conclusa, mentre Israele ha rinnegato l’ingresso nella seconda fase e la conclusione della guerra.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu vuole estendere la prima fase dell’accordo, entrato in vigore il 19 gennaio 2025, per garantire il rilascio del maggior numero possibile di prigionieri israeliani nella Striscia di Gaza, senza offrire nulla in cambio o adempiere agli obblighi militari e umanitari imposti dall’accordo nel periodo precedente, al fine di placare gli estremisti nel suo governo.

Al contrario, Hamas afferma il suo impegno nell’attuazione dell’accordo e chiede che Israele aderisca a tutti i suoi termini, invitando i mediatori ad avviare immediatamente i negoziati per la seconda fase, che include il ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza e la cessazione completa della guerra.

Con il sostegno statunitense, Israele sta commettendo un genocidio nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023, con conseguenti oltre 160 mila martiri e feriti palestinesi, la maggior parte dei quali sono bambini e donne, insieme ad oltre 14 mila persone scomparse.

Dall’inizio della guerra genocida nella Striscia di Gaza, l’esercito e i coloni israeliani hanno intensificato i loro attacchi in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, provocando il martirio di oltre 935 palestinesi, circa 7 mila feriti e l’arresto di 15.640 persone, secondo i dati ufficiali palestinesi.

Traduzione per InfoPal di F.L.