Un’infanzia segnata: attacchi israeliani contro i bambini palestinesi nella Cisgiordania occupata nel 2022

Nad.ps/en/media-room/media-briefs. Per oltre cinque decenni, i bambini palestinesi e le loro famiglie hanno subito le ingiustizie dell’occupazione israeliana. Per i nostri figli, questa occupazione è stata come una scuola per l’apprendimento quotidiano di nuove esperienze. Ciò accade ai posti di blocco controllati da Israele che frammentano le nostre città e limitano il nostro movimento; o durante gli scontri in cui le forze di occupazione israeliane sparano e talvolta uccidono Palestinesi disarmati; o ancora durante il coprifuoco repressivo, le chiusure, le incursioni nelle case e le demolizioni; attraverso la violenza dei coloni e le umiliazioni quotidiane affrontate da un popolo sotto occupazione. Indubbiamente, la potenza occupante ha contribuito alla creazione di un curriculum informale, i cui insegnanti hanno instillato e coltivato nella popolazione la paura esistenziale, un profondo senso di insicurezza, perdita, amarezza e rabbia nei cuori e nelle menti dei nostri figli. L’impatto delle politiche oppressive di Israele contro i nostri bambini, in violazione del diritto internazionale e della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia, è tremendo e di vasta portata poiché toccano non solo i cinque sensi, ma lasciano profonde cicatrici fisiche, mentali, psicologiche, emotive e spirituali che sono difficili da rimarginare a causa della continua occupazione.

In oltre vent’anni, e sulla base della documentazione di Defence for Children International-Palestina (DCIP), oltre 2.200 bambini palestinesi sono stati uccisi dalle forze di occupazione israeliane e dai coloni nei territori palestinesi occupati. Alla fine del 2021, la stessa organizzazione ha condotto un’indagine e ha concluso che l’anno scorso è stato “l’anno più letale per i bambini palestinesi dal 2014”.

Dall’inizio dell’anno, Israele, la potenza occupante, ha continuato a terrorizzare ed aggredire il popolo palestinese, comprese donne, bambini e anziani. Di conseguenza, molti Palestinesi sono stati uccisi, centinaia feriti e più di mille arrestati. A ciò si aggiungono le oltre 1.400 incursioni militari nei villaggi e nelle città palestinesi della Cisgiordania occupata e le  85 operazioni di demolizione documentate dall’UNOCHA, che hanno causato lo sfollamento di quasi 230 persone, metà delle quali bambini, e hanno colpito indirettamente quasi 1.140 Palestinesi, quasi la metà dei quali bambini.

In occasione della Giornata del Bambino Palestinese del 5 aprile e della Giornata del Prigioniero Palestinese del 17 aprile, la pubblicazione di questo rapporto fornisce una panoramica delle varie violazioni israeliane commesse dalle forze di occupazione e dai coloni israeliani durante i primi tre mesi del 2022[1] nella Cisgiordania occupata contro i nostri bambini, che rappresentano quasi il 44% dell’intera popolazione palestinese in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza.

I. Uccisioni.

Le forze di occupazione israeliane (IOF) hanno ucciso 24 Palestinesi, cinque dei quali avevano meno di 18 anni: Mohammad Abu Salah (17) della città di Al-Yamoun a Jenin, Mohammad Salah (14) della città di Al-Khadder a Betlemme, Shadi Najem (18) del campo profughi di Jenin, Nader Rayan (17) del campo profughi di Balata a Nablus e Sanad Abu Attiya (17) del campo profughi di Jenin.

I corpi dei seguenti bambini martiri palestinesi rimangono sotto custodia israeliana[2]:

Mohammad Nasser Trereh (17) di Hebron dal 30 giugno 2016

Khaled Abdel A’al (17) di Gaza dal 2 luglio 2018

Mohammad Dar Yousef (17) di Ramallah dal 26 luglio 2018

Mohammad Abu Mandil (17) di Gaza dal 22 gennaio 2020

Mahmoud Kamil (17) di Jenin dal 21 dicembre 2020

Atallah Rayyan (17) di Salfit dal 26 gennaio 2021

Zuhdi Al-Tawil (17) di Gerusalemme dal 24 maggio 2021

Yousef Subuh (16) di Jenin dal 26 settembre 2021

Mohammad Younes (16) di Nablus dal 6 dicembre 2021

II. Ferimenti.

Quasi 1.600 Palestinesi sono rimasti feriti[3], inclusi 40 bambini che sono stati ricoverati in ospedale secondo il Ministero della Salute Palestinese, così come altri soffocati dalle inalazioni di gas lacrimogeni. Molti di questi ferimenti sono avvenuti durante le proteste (a Hebron, nel villaggio di Budrus, nel campo profughi di Qalendia, a Gerusalemme, nel villaggio di Beita, nel villaggio di Kufr Qaddoum e in altri luoghi della Cisgiordania occupata) contro le IOF che spesso hanno risposto con proiettili di metallo rivestiti di gomma, granate stordenti e lacrimogeni. Tra i giovani palestinesi feriti c’è Ahmad Thawabteh (13), che è stato arrestato e poi rilasciato dopo essere stato duramente picchiato e fratturato ad una gamba. Tra i feriti ci sono bambini di 11 anni, tra cui Munawar Burqan, disabile, di Gerusalemme occupata, che è stata gravemente ferita dopo che una granata stordente le è stata sparata in faccia dalle IOF. Il più giovane tra i feriti è un bambino di 6 mesi.

Di seguito sono riportati alcuni casi di bambini palestinesi feriti dalle IOF e che successivamente hanno subito maltrattamenti in carcere[4]:

– Ahmad Flanna, della città di Safa a Ramallah, ha compiuto 17 anni il 4 aprile. Ahmad è stato colpito con colpi di arma da fuoco cinque volte e aggredito dalle IOF prima di essere arrestato il 26 febbraio 2021. Mentre era incarcerato, Ahmad ha subito diversi interventi chirurgici in un ospedale israeliano senza che la sua famiglia ne fosse informata. Le autorità di occupazione lo hanno interrogato anche mentre era in ospedale, indipendentemente dalle sue condizioni di salute. Ahmed, uno studente del primo anno delle superiori, è attualmente detenuto nel carcere di Megiddo. L’udienza presso un tribunale israeliano era prevista per il 12 aprile.

– Issa Al-Titi (17) del campo profughi di Al-Aroub è stato colpito da colpi di arma da fuoco dalle IOF nel settembre 2020 che lo hanno lasciato con ferite devastanti al viso, il cranio fratturato e gravi ferite alla testa. E’ rimasto in un ospedale israeliano per otto giorni prima di essere trasferito nel carcere di Megiddo e poi in quello di Ofer. Attualmente è afflitto da un continuo mal di testa causato dall’indifferenza dell’amministrazione carceraria israeliana nel fornirgli le cure mediche necessarie. Gli impediscono anche di incontrare i suoi fratelli, Jihad e Mohammad, anch’essi detenuti nelle carceri israeliane. Issa è stato condannato a 13 mesi di carcere ed è stato rilasciato nel gennaio 2022.

– Mohammad Al-Sheikh (17) di Al-Ezzariya è stato arrestato nell’agosto 2019 dopo essere stato colpito al corpo da numerosi proiettili. Naseem Abu Rumi, il suo amico, è stato ucciso dalle IOF nella Gerusalemme occupata lo stesso giorno. Dopo il suo arresto, Mohammed ha subito diversi interventi chirurgici in un ospedale israeliano. Vi è rimasto dieci giorni prima di essere trasferito alla clinica carceraria Ramle, dove è rimasto incarcerato per quattro mesi. Nonostante una pallottola lo abbia colpito vicino al cuore e alcune schegge nel corpo, Mohammed è attualmente detenuto in dure condizioni nella prigione di Ofer. La sua salute sta peggiorando a causa della politica disumana di negligenza medica da parte di Israele.

III. Arresti[5].

Le IOF hanno arrestato oltre 1.300 bambini palestinesi nel 2021, più di 9.000 tra il 2015 e la fine di marzo 2022 e più di 19.000 dall’Intifada di Al-Aqsa nel 2000.

Fino alla fine di marzo 2022, il numero di prigionieri e detenuti palestinesi nelle carceri israeliane aveva raggiunto oltre 4.400 prigionieri, inclusi 160 bambini che ogni giorno continuano a subire abusi durante il loro arresto. Attualmente, tre bambini sono detenuti in detenzione amministrativa: Amal Nakhleh (18), arrestata il 21 gennaio 2021, che soffre di miastenia grave e necessita di cure mediche regolari e specifiche, Mohammad Mansour (18), arrestato il 9 aprile 2021 e Sami Al-Harimi, arrestato il 20 settembre 2021.

Ci sono molti esempi di bambini palestinesi che hanno trascorso la loro infanzia nelle carceri israeliane, tra cui Nurhan Awwad, che aveva 16 anni quando è stata arrestata nel 2015, e Malak Suleiman, che aveva 16 anni nel 2016: tutte e due sono state condannate a dieci anni di carcere . Inoltre, Muhammad Jwehan, che aveva 16 anni quando è stato arrestato nel 2002, e Amjad Abu Rmeileh, che aveva 15 anni quando è stato arrestato nel 2002: entrambi sono stati condannati a 25 anni di carcere.

Tuttavia, non tutti gli incidenti sono stati documentati: durante il periodo di riferimento, le IOF hanno arrestato e detenuto brevemente almeno 100 bambini palestinesi durante i raid militari israeliani nelle città, paesi e villaggi palestinesi, tra cui Ragheb Samhan (10) nel villaggio di Ras Karkar (Ramallah) , Qasim Al-Hamuz (13) nel campo profughi di Al-Fawwar (Hebron), Mohammad Haddad (10) nel quartiere di Sheikh Jarrah (Gerusalemme occupata), Ahmad Thawabteh (13) vicino all’ingresso della città di Beit Fajjar (Betlemme) dopo essere stato duramente picchiato le è stata rotta una gamba, e Ahmed Al-Eis (9) vicino al campo profughi di Al-Jalazon (Ramallah).

IV. Terrorismo/violenza dei coloni israeliani.

Durante il periodo di riferimento, sono stati documentati tre episodi di attacchi di coloni:

– Il 9 gennaio: un gruppo di coloni ha attaccato la famiglia di Adel Al-Salameen nella città sud-orientale di Tammun, nel nord della Valle del Giordano. Hanno picchiato sua moglie e i suoi figli, hanno rubato una delle sue pecore e un telefono cellulare.

– Il 24 gennaio: mentre i coloni marciavano dall’incrocio di Za’tara verso il checkpoint di Hawara, passando per la città di Huwara, hanno attaccato diverse case e negozi palestinesi, danneggiando 51 veicoli, distruggendo le vetrine di quattro negozi e picchiando duramente Al-Muntasir Damidi (17) che ha riportato contusioni ed è stato ricoverato all’ospedale governativo di Nablus per cure.

– Il 18 febbraio: alla guida di un veicolo, un colono ha investito Othman Sabra (7), residente nel villaggio di Jinsafut nel governatorato di Qalqilya. Othman ha riportato lividi ed è stato ricoverato in ospedale.

V. Primo piano: attacchi israeliani contro bambini palestinesi nella Gerusalemme occupata.

Durante il periodo di riferimento, le IOF hanno arrestato almeno 140 bambini nella città[6], oltre all’emissione di varie ordinanze di arresti domiciliari contro molti di loro, tra cui Omar Abu Mayyaleh (13) e Mohammad Zaytoun (13).

La detenzione più dura è stata eseguita il 6 marzo 2022 contro Daoud Hijazi (12) e Mohammad Sunnukrot (9), entrambi residenti nella città di Issawiya. B’Tselem, un’organizzazione israeliana, ha pubblicato un video che mostra i soldati israeliani mentre tengono per mano i bambini che piangono e supplicano invano la loro liberazione. I bambini e le loro madri sono stati poi portati in questura. L’interrogatorio è durato mezz’ora e Daoud è stato costretto ad entrare nella stanza degli interrogatori da solo, senza sua madre. Tre ore dopo che sua madre aveva firmato la libertà su cauzione, è stato rilasciato e messo agli arresti domiciliari per cinque giorni. Mohammad, invece, non è stato interrogato, ma sua madre è stata minacciata che se suo figlio fosse stato nuovamente arrestato, la polizia avrebbe contattato i servizi sociali, che lo avrebbero trasferito in un centro di cura. Nella sua testimonianza a B’Tselem, Daoud ha raccontato: “Stavo tornando a casa con un mio amico e vicino di casa, Mohammad Sinuqrut. Improvvisamente, ho visto agenti di polizia di frontiera correre verso di noi. Non sapevo da quale parte arrivassero. Uno di loro mi ha preso la mano e l’ha stretta. La mia mano si era già rotta in precedenza e contiene protesi di platino. Ho urlato di dolore e gli ho chiesto di lasciarmi andare, poi mi ha afferrato l’altra mano. Mi hanno fatto sedere su un masso e hanno fatto sedere anche Mohammad”.

Il caso di Ahmad Manasra della Gerusalemme occupata rappresenta un altro chiaro esempio della gravità delle sofferenze dei bambini palestinesi nelle carceri israeliane. Ahmad aveva 13 anni e 9 mesi quando è stato arrestato nel 2015. Ahmad è stato colpito da colpi di arma da fuoco e lasciato sanguinare a terra mentre guardava suo cugino morire davanti ai suoi occhi, durante una scena orribile vista da molti in tutto il mondo. Gli è stato negato un aiuto medico urgente ed è stato successivamente sottoposto a tortura psicologica durante l’interrogatorio. Inizialmente ha ricevuto una condanna a 12 anni per presunta partecipazione ad un’aggressione con coltello, che è stata poi ridotta a nove anni e mezzo. Ahmed soffre di un grave trauma cranico e, secondo un recente referto medico, ha bisogno di specifiche cure psicologiche. In carcere, è stato tenuto in isolamento per lunghi periodi che hanno ulteriormente deteriorato il suo stato psicologico. Ahmad ha ora 20 anni ed è comparso davanti ad un tribunale distrettuale israeliano a Bir Saba’ per un’udienza d’appello il 13 aprile, nel pieno di un’importante campagna internazionale che chiede il suo rilascio immediato. Manasra dovrebbe essere rilasciato nel giugno 2024.

Nufuz Hammad (15) è la più giovane prigioniera palestinese, residente a Sheikh Jarrah, la cui famiglia è minacciata di sfratto. Insieme alla sua amica Isra’, Nufuz è stata arrestata l’8 dicembre 2021; entrambe sono state sottoposte a 10 giorni di interrogatorio consecutivi nel centro di interrogatorio della polizia israeliana. Due settimane dopo l’interrogatorio, Isra’ è stata rilasciata mentre Nufuz è ancora detenuta nel carcere A-Damun senza calcuna accusa. Non si tratta del primo arresto di Hammad: nel giugno 2021 è stata arrestata per aver dipinto la bandiera palestinese sui volti dei suoi colleghi durante un evento di intrattenimento per bambini del quartiere. Hammad è stata quindi portata in una stazione di polizia israeliana per essere interrogata.

Altri esempi selezionati di violazioni israeliane contro bambini palestinesi nella Gerusalemme occupata[7]:

– Ali Quneibi (13), residente nel quartiere di Sheikh Jarrah nella Gerusalemme occupata, è una delle vittime della politica israeliana degli arresti domiciliari. Ali è stato arrestato più di cinque mesi fa con l’accusa di aver aggredito l’auto di un colono. Per giorni, la sua detenzione è stata prolungata cino a quando è stato rilasciato agli arresti domiciliari. Quindi, dato che Ahmad non ha potuto unirsi ai suoi amici nel gioco, la finestra di casa è stata la sua unica via di fuga. Inoltre, non gli è stato permesso di uscire nel cortile o di recarsi a scuola senza un permesso ufficiale dell’occupazione. Dopo quattro mesi di reclusione, ha potuto andare a scuola accompagnato da un familiare.

– Munawar Burqan (11) con disabilità uditiva (utilizza due impianti cocleari) del quartiere di Shufat. Munawar è stata colpita da una granata stordente sparata dalla polizia di occupazione nelle vicinanze della Porta di Damasco (Bab Al-Amoud), che le hanno provocato gravi ferite al viso e le hanno lesionato una mascella. Dopo aver mangiato dolci con le sue sorelle nella Città Vecchia, Munawar stava tornando a casa attraverso la porta di Damasco. Insieme a sua sorella, Munawar era tra le decine di migliaia di Palestinesi che si stavano dirigendo alla moschea di Al-Aqsa per celebrare la festa musulmana di Isra e Mi’raj.

– Il 27 febbraio, le IOF hanno arrestato Oday Al-Haddad (10) e Mohammad Al-Haddad (12) dalla loro casa nella città vecchia con l’accusa di aver issato la bandiera della Palestina nel quartiere di Sheikh Jarrah.

NOTE

[1] Salvo diversa indicazione, questo rapporto si basa sulla documentazione del Palestine Monitory Group del NAD

[2] Secondo la campagna nazionale per il recupero dei corpi delle vittime palestinesi e arabe detenute da Israele.

[3] Sulla base della documentazione del Palestine Monitory Group del NAD, che include anche casi non ospedalizzati.

[4] La Società dei Prigionieri Palestinesi

[5] La maggior parte delle informazioni in questa sezione è stata fornita dalla Società dei Prigionieri Palestinesi

[6] La Soceità dei Prigionieri Palestinesi

[7] Governatorato di Gerusalemme

Traduzione per InfoPal di Aisha T. Bravi