UNOCHA: le forze israeliane demoliscono 12 strutture in 2 settimane

Gerusalemme-Imemc. Nello spazio di sole due settimane, le autorità israeliane hanno demolito o sequestrato 12 strutture di proprietà palestinese nell’area C della Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est, secondo quanto riferito dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (UNOCHA). 

Nel suo Rapporto sulla Protezione dei Civili, riferito al periodo che va dal 17 al 30 settembre 2019, l’UNOCHA ha affermato che tra le strutture demolite vi era anche una tenda di protesta, demolita per la mancanza di permessi rilasciati da Israele, lasciando sette persone sfollate. 

La tenda era stata innalzata nella zona di al-Muntar, vicino alla città di al-‘Eizariya, Gerusalemme, come risposta all’installazione di un nuovo avamposto coloniale. I Palestinesi hanno riferito che l’avamposto è stato innalzato sui loro terreni, pregiudicando l’accesso a circa 300 persone. 

L’UNOCHA ha detto, secondo WAFA, che tutti gli episodi di sfollamento si sono registrati a Gerusalemme Est, dove tre residenze sono state abbattute nei quartieri di Beit Hanina, Silwan e at-Tur. Le altre proprietà demolite includono quattro strutture di mezzi di sussistenza, due case in costruzione, una cisterna d’acqua e una recinzione di cemento in cinque località situate nella zona C.

“Nel 2019, fino ad ora, sono state demolite o sequestrate un totale di 439 strutture in Cisgiordania, con un incremento di oltre il 40% rispetto allo stesso periodo del 2018”, si legge inoltre nel rapporto. 

E intanto, nello stesso periodo, aggiunge il rapporto, i coloni israeliani hanno compiuto quattro aggressioni che hanno provocato il ferimento di tre Palestinesi ed il danneggiamento di olivi; altri 12 Palestinesi sono stati feriti dalle forze israeliane, durante incidenti provocati dai coloni. 

“In due episodi i coloni hanno lanciato pietre ferendo cinque Palestinesi, compreso un quattordicenne, nella zona della città di Hebron (H2) controllata da Israele e nel villaggio di Beitin (Ramallah). Durante altri due episodi accaduti a Nablus, i residenti hanno riferito che i coloni hanno rubato le loro olive ed hanno vandalizzato 47 alberi nel villaggio di as-Sawiya, hanno scritto slogan razzisti sulle abitazioni e vandalizzato un veicolo, nel villaggio di Duma”, ha continuato l’UNOCHA. 

Sono stati feriti dalle forze israeliane un totale di 12 Palestinesi durante gli scontri scoppiati mentre i coloni israeliani stavano visitando alcuni siti religiosi nelle città di Nablus e di Halhul (Hebron). Oltre a tutto ciò, i coloni hanno inoltre aggredito ed intimidito verbalmente i volontari internazionali che accompagnano i pastori vicino all’avamposto della colonia di Havat Ma’on (Hebron). 

Durante le ultime due settimane, inoltre, le autorità israeliane hanno installato una barriera permanente, giustificandola con presunti problemi di sicurezza, lungo una delle strade principali situata a sud di Hebron, impedendo l’accesso anche alle vulnerabili comunità pastorizie. Questa barriera impedisce il movimento di circa 800 Palestinesi in quattro comunità che rischiano lo sfollamento forzato a causa della loro posizione in un’area (Massafer Yatta) designata, da Israele, come zona di fuoco per addestramento militare, assieme ad altre pratiche restrittive. 

Le forze israeliane hanno compiuto in totale 191 operazioni di perquisizione e arresto in tutta la Cisgiordania fermando 167 Palestinesi. La maggior parte delle operazioni sono state effettuate a Ramallah (58), Gerusalemme (45) e Hebron (23).

Traduzione per InfoPal di Aisha Tiziana Bravi