UNRWA: 10 anni di molteplici difficoltà per i rifugiati palestinesi

Amman-Wafa. A dieci anni dall’inizio delle rivolte in Siria, oltre la metà dei rifugiati palestinesi nel Paese è stata sfollata almeno una volta a causa del brutale conflitto che ne è seguito, dei quali 120.000 hanno cercato rifugio presso i paesi limitrofi, principalmente in Libano, in Giordania e altrove. E’ quanto reso noto da un comunicato stampa dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e il lavoro per i rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA).

Una comunità di oltre 550.000 persone di palestinesi era giunta in Siria in due ondate, principalmente nel 1948 e nel 1967, per stabilirsi in 12 campi in tutto il paese. Yarmouk, il più famoso dei campi profughi palestinesi, divenne nota come “la capitale dei rifugiati palestinesi”.

L’UNRWA opera in Siria dal 1950. Dall’inizio del conflitto, nel 2011, l’agenzia ha intensificato le sue operazioni per garantire che i bisogni dei rifugiati palestinesi nel paese siano soddisfatti, afferma il comunicato stampa. L’Agenzia è il principale fornitore di assistenza umanitaria e di servizi di base per 438.000 rifugiati palestinesi rimasti nel Paese – il 91% dei quali vive in assoluta povertà – e che sono stati tra i più colpiti dal conflitto.

“Come rifugiato palestinese, sei già nato con un tag che dice ‘sfollato'”, ha affermato il commissario generale dell’UNRWA Philippe Lazzarini. “Se sei un rifugiato palestinese in Siria, allora sei almeno doppiamente sfollato e molto probabilmente vivi in condizioni di disagio estremo”.

In risposta alla crisi regionale siriana, con i suoi molteplici livelli di conflitto, sfollamento, difficoltà e, più recentemente, la pandemia di COVID-19, l’UNRWA è un’ancora di salvezza per quasi 420.000 rifugiati palestinesi più vulnerabili in Siria. L’assistenza in denaro e l’aiuto alimentare da parte dell’Agenzia sono spesso l’unico sostegno fisso di cui dispongono.

Nella vicina Giordania e Libano, un totale di 45.500 rifugiati palestinesi provenienti dalla Siria ricevono assistenza sanitaria, istruzione, servizi sociali e sostegno in denaro dall’UNRWA per coprire i loro bisogni di base. Ma la crisi dei finanziamenti che ha colpito l’Agenzia negli ultimi anni ha anche avuto un forte impatto sulla sua capacità di rispondere adeguatamente agli immensi bisogni dei profughi palestinesi dalla Siria.

Dall’inizio del conflitto, molte installazioni dell’UNRWA all’interno della Siria, come scuole e centri sanitari, sono diventate inaccessibili o hanno subito gravi danni. Il 40% delle aule dell’UNRWA è andato perso e quasi il 25% dei centri sanitari dell’Agenzia è attualmente inutilizzabile a causa del conflitto. In Siria ha perso 19 membri del personale durante i 10 anni di conflitto.

“Le spaventose immagini della distruzione nel campo di Yarmouk rimangono con me, anche mesi dopo aver visitato la Siria”, ha detto Lazzarini. “I bambini in divisa scolastica rosa e blu che uscivano dalle macerie per salire su uno scuolabus erano una visione surreale”.

L’UNRWA sta cercando di riabilitare alcune delle sue installazioni in Siria per poter fornire servizi nelle aree in cui i profughi palestinesi stanno tornando. Sta cercando principalmente di riabilitare un edificio nel campo di Yarmouk per utilizzarlo come centro polifunzionale dopo che circa 500 famiglie di rifugiati palestinesi sono tornate.

“Dove i profughi palestinesi possono tornare in sicurezza, l’UNRWA farà tutto il possibile per dare loro accesso ai servizi di base”, ha aggiunto il Commissario generale dell’UNRWA.

Traduzione per InfoPal di Chiara Parisi