UNRWA: il 70% degli ordigni di guerra di Israele ancora inesplosi minaccia la vita dei gazawi

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Gaza-PIC. Un anno dopo l’offensiva estiva israeliana contro Gaza (estate del 2014), più di 7 mila ordigni non esplosi si trovano ancora nella Striscia, secondo quanto sostiene l’UNRWA.
In un rapporto, l’agenzia delle Nazioni Unite ha affermato che soltanto il 30% degli ordigni di guerra rimasti sul suolo sono stati identificati e rimossi.
Il restante 70 percento, tuttavia, rappresenta una minaccia per la popolazione di Gaza, specialmente per bambini e adulti che lavorano in terre agricole disseminate di residui di guerra. 
Già 16 persone sono state uccise e 90 ferite, compresi 38 bambini, a causa del contatto con questi ordigni inesplosi.
Con l’appoggio della direzione generale italiana per il coordinamento allo Sviluppo del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dell’UNRWA e del Servizio d’Azione Onu per le mine (UNMAS), saranno condotte attività di sensibilizzazione su larga scala per l’educazione alla sicurezza e ai rischi rappresentati dagli ordigni di guerra inesplosi.
L’Unità d’Ingegneria di Esplosivi del ministero degli Interni palestinese ha affermato che bombe e missili inesplosi dovrebbero essere presenti sotto circa 40 residenze civili nella Striscia di Gaza sotto assedio.
Traduzione di F.H.L.