Usa confermano a Israele la disponibilità a erogare prestiti su garanzia

Imemc. Durante un incontro tra funzionari del Dipartimento di Stato Usa e di Israele, i primi hanno rassicurato i secondi che estenderanno, a favore di Israele, il prestito su garanzia ancora per i prossimi tre anni. Si tratta di un prestito di 3,8miliardi di dollari, in aggiunta ai 3miliardi di dollari che annualmente il governo Usa eroga a favore di Israele.

Israele è l’unico beneficiario di aiuti e prestiti Usa che non sia tra le nazioni in “via di sviluppo”, con un Pil annuo di 235miliardi di dollari (29.800 pro-capite).

Al contrario, il più grande destinatario degli aiuti Usa, l’Egitto, riceve meno della metà della somma versata a Israele con un Pil pari a 6.200 pro-capite. Tutti gli altri beneficiari di aiuti americani presentano un Pil inferiore a quello egiziano.

Di recente, il Congresso Usa ha approvato l’erogazione a favore di Israele di un prestito su garanzia di un valore di 30miliardi di dollari in aiuti per i prossimi 10 anni. Questi aiuti – una forma di assistenza che improbabilmente gli Usa verserebbero ad altri paesi – non contiene condizioni, e vengono erogati senza indicazioni o disposizioni su come questi soldi devono essere utilizzati.

Richard Curtiss osserva sul Washington Report on Middle East Affairs che questi prestiti su garanzia americani a favore di Israele provengono da istituti della finanza internazionale, restituiti al Tesoro americano, i quali, tuttavia, fino ad oggi, non sono soggetti a restituzione.

“Gran parte dei prestiti americani a Israele cadono nel dimenticatoio, mentre molti altri vengono erogati con l’esplicita intesa che saranno lasciati cadere nell’oblio, ben prima che Israele possa essere in grado di restituirli.
Camuffando tali prestiti, vere e proprie concessioni finanziare, accondiscendenti membri del Congresso Usa hanno risparmiato Israele da eventuali richieste americane”.

Continua Curtiss: “Su altri prestiti, invece, Israele dovrebbe pagare gli interessi ed eventualmente rimborsare la quota. Ma anche qui, nessun problema, perché interviene l’emendamento ‘Cranston Amendment’, voluto dal Congresso dal 1983 per ogni stanziamento di aiuti esteri, nel quale si dispone che gli aiuti economici a Israele non dovranno superare mai la somma che esso è in grado di pagare. Poco cambia se quelli americani verso Israele siano concessioni o prestiti, dal momento che non gli si richiede alcuna restituzione al Tesoro”.

L’ultimo annuncio dal Dipartimento di Stato, a inizio settimana, è la promessa che i prestiti su garanzia riceveranno presto l’approvazione del Congresso.

Così, un funzionario agli Esteri israeliano ha commentato la notizia al quotidiano Ha’aretz: “Consideriamo il prestito su garanzia un fatto preventivo ai giorni di pioggia”.

Il Congresso è stato sottoposto a dure critiche in tempi recenti proprio per i suoi reiterati aiuti a Israele, nel periodo in cui il governo americano ha operato tagli sostanziali dal budget federale ai programmi sociali nazionali, e l’America stessa è stata costretta a ricorrere ai propri fondi nei suoi ‘giorni di pioggia’, per evitare di spendere eccessiva quota del deficit nel mezzo della recessione economica in patria.

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