V conferenza di Bil’in sulla resistenza nonviolenta: l’esercito israeliano attacca la manifestazione: un ferito grave.

Ramallah – Infopal. Almeno una dozzina di civili, palestinesi e non, sono rimasti feriti durante la protesta non-violenta settimanale tenutasi ieri nel villaggio cisgiordano di Bil'in. Tra questi, un arabo di nazionalità israeliana è stato colpito al cranio e ricoverato d'urgenza in ospedale in seguito a forti perdite di sangue. 

Questa settimana, la manifestazione del villaggio ha segnato la fine della V Conferenza internazionale sulla resistenza popolare palestinese, che aveva preso avvio mercoledì e che ha visto la partecipazione di una serie di relatori, tra cui politici, leader di comitati popolari e attivisti israeliani e internazionali.

Dopo la seduta finale di ieri mattina, durante la quale i vari gruppi hanno riportato le conclusioni da inserire nella dichiarazione della conferenza, i partecipanti si sono riuniti insieme a numerosi altri manifestanti palestinesi, israeliani e stranieri davanti alla moschea del villaggio, da cui è partita la protesta.

Il corteo di ieri è stato di dimensioni maggiori del solito, ed è durato particolarmente a lungo. Tra i presenti vi erano diverse personalità politiche palestinesi, tra cui Mustafa Barghuthi, e leader della solidarietà internazionale come Luisa Morgantini.

Com'è accaduto ogni venerdì negli ultimi sei anni, la manifestazione si è diretta verso il Muro costruito sulle terre degli abitanti di Bil'in. 30 secondi dopo aver raggiunto il cancello, i manifestanti sono stati immediatamente ricevuti dalle bombe al suono e dai fumogeni dei soldati israeliani, nonostante il corteo fosse pacifico, come afferma il Comitato per il coordinamento della lotta popolare. Il gas ha costretto molti a ritirarsi verso il villaggio, ma un piccolo gruppo è riuscito a restare vicino al cancello, cantando e gridando slogan.

I dimostranti hanno riferito che i militari non mostravano alcuna discriminazione nello scegliere i bersagli e nel decidere chi arrestare, sparando ai volti delle persone da circa 30 metri e cercando di mettere le manette persino ai giornalisti.

Diversi partecipanti hanno riportato ferite. Il più grave, Emad Rezqa, palestinese di Giaffa sulla quarantina, è stato colpito alla fronte da un proiettile di gas lacrimogeno in alluminio, secondo quanto afferma il Comitato.

In seguito al colpo, Emad sarebbe stato portato d'urgenza all'ospedale Hadassa Ein Karem di Gerusalemme con il cranio fratturato e un'emorragia cerebrale. Un portavoce militare israeliano, citando fonti mediche, ha negato che le ferite del dimostrante fossero gravi.

Tra gli altri feriti vi sono un manifestante italiano, colpito alla schiena da un lacrimogeno; un altro italiano, colpito al braccio da un proiettile; un attivista israeliano; Um Samarra, 45 anni di Bil'in, colpita alla gamba da un lacrimogeno; Haitham al-Khatib, cameraman, ferito in modo leggero; una donna palestinese di Betlemme, anche lei ferita alla gamba; il giornalista palestinese Abbas al-Momni. 

Dopo aver sparato due scariche di proiettili, i soldati hanno invaso Bil'in attraverso il cancello del Muro e arrestato immediatamente cinque persone, tra cui un giornalista. Altri quattro sarebbero stati fermati durante la ritirata, tra cui Muhib al-Barghuthi, fotografo inviato dal giornale arabo palestinese Al-Haya Al-Jadida.

Secondo il portavoce militare, sarebbero invece sei le persone ammanettate e portate via dall'esercito per essere interrogate. Il motivo del loro arresto sarebbe stato il loro rifiuto a lasciare l'area, nonostante fosse una zona militare chiusa.

“Non so perché abbiano sparato così tanto gas oggi – ha dichiarato esterrefatto uno degli organizzatori della conferenza. – Con centinaia di israeliani e stranieri presenti alla protesta, qualcuno si sarebbe fatto male di sicuro”.

I proiettili di gas furono la causa di un altro episodio grave avvenuto più di un anno fa, il 13 marzo 2009, quando l'attivista americano Tristan Anderson ebbe il cranio fratturato e il cervello danneggiato da un ordigno simile. Tristan è tuttora in coma a Tel Aviv, mentre la sua famiglia attende che le sue condizioni si stabilizzino abbastanza da poter riportarlo a casa.

(Foto di Hamdi Abu Rahmah, www.bilin-ffj.org che ritrae Imad Rizqa, ferito gravemente durante la manifestazione nonviolenta di Bil’in)

(Fonti: www.bilin-ffj.org, Quds press, Imemc, Maan)

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