V Conferenza internazionale di sostegno all’Intifada: verso una nuova sollevazione popolare palestinese?

Di Angela Lano da Tehran. La V Conferenza sull'Intifada palestinese si è conclusa oggi, domenica 12 ottobre, di fronte alle centinaia di parlamentari, intellettuali e giornalisti provenienti da tutto il mondo.

Gli interventi dei tanti relatori, così come quello del premier della Striscia di Gaza, Ismail Haniyah, collegato in video-conferenza da Gaza, hanno sottolineato la necessità di sostenere i diritti fondamentali – Ritorno di tutti i rifugiati, liberazione dei prigionieri politici, Gerusalemme capitale della Palestina – e la resistenza palestinese per porre fine all'occupazione israeliana.

La linea dominante di quasi tutte le relazioni è stata una critica esplicita o indiretta alla decisione del presidente del'Anp, Mahmoud Abbas, di ricorrere all'Onu per vedere riconosciuto il diritto a uno stato da edificarsi su una piccola parte della Palestina storica, soffocata, tra l'altro, da un numero crescente di insediamenti israeliani e ridotta a un bantustan. Una richiesta mortificata dal veto Usa e dalle pressioni israeliane sulle nazioni che fanno parte dell'Onu.

“Resistenza per liberare tutta la Palestina, dal fiume al mare, nel nome dei martiri”, è stato lo slogan ricorrente in molti discorsi, tanto che alcuni analisti considerano questa 5a Conferenza sull'Intifada palestinese come una sorta di “inizio” di una nuova sollevazione popolare palestinese (e non solo). Ma anche una sfida al regime di Tel Aviv e alle sue politiche di repressione e ricatto internazionale contro i diritti dei palestinesi. 

Durante una breve intervista, abbiamo chiesto a Khaled Meshaal, capo dell'Ufficio politico di Hamas, presente alla due-giorni di Tehran, se da questa conferenza ci si deve aspettare una terza Intifada e quale importanza essa ha avuto per i palestinesi.

“Questa è la quinta di una serie di conferenze sulla Palestina – ci ha risposto il leader di Hamas – per sostenere una grande Intifada. La Questione palestinese avvicina tutte le religioni.

“L'ayatollah Ali Khamenei ha detto cose molto belle, e ha espresso una posizione di grande valore sulla natura del conflitto israelo-palestinese. Le sue parole avranno senza dubbio un grande impatto, un'influenza sul popolo palestinese e sulla sua resistenza all'occupazione”.


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