Tale chiusura ha contribuito a esasperare ulteriormente la già grave crisi in cui versa la Striscia e ha impedito il transito di migliaia di cittadini fuori dall’area assediata.
Il valico di Rafah è ciò che permette, nei pochi giorni in cui è aperto, al milione e 700 mila gazawi rinchiusi nella più grande prigione a cielo aperto, di mantenere contatti con il mondo esterno. La Striscia è sotto assedio israelo-egiziano dal 2007, da quando Hamas è al governo nell’enclave costiera, dopo aver vinto regolari elezioni nel 2006.
Dopo il golpe militare in Egitto, a luglio del 2013, ad opera dell’Esercito, il valico è quasi permanentemente chiuso, e le centinaia di tunnel, costruiti sotto Rafah (parte egiziana e parte palestinesi), che permettevano la sopravvivenza della popolazione, sono stati distrutti.
A marzo, Hamas ha descritto la chiusura di Rafah come un “crimine contro l’umanità” e l’Onu l’ha criticata per i suoi drammatici effetti sulla popolazione civile e per i tanti malati che aspettano di ricevere cure mediche.