Valico di Rafah: una fonte di continua agonia per Gaza

Memo. Migliaia di palestinesi hanno invaso il valico di Rafah, lunedì mattina, quando è stato aperto. I Palestinesi avevano urgente bisogno di viaggiare per ricevere cure mediche, per studiare, lavorare e per altre ragioni.
Dopo 45 giorni di chiusura ininterrotta, le autorità egiziane hanno annunciato che l’avrebbero riaperto per due giorni, a partire da lunedì.
Il valico di Rafah è l’unica finestra verso il mondo esterno per circa 1,8 milioni di residenti di Gaza. Ci sono altri sei valichi, tra Gaza e l’Egitto, ma a causa dell’embargo israeliano sulla Striscia, che dura da otto anni, i terminal sono rimasti quasi interamente chiusi, eccetto per l’entrata di alcune merci.
Secondo con i rapporti del ministro degli Interni di Gaza, più di 10 mila residenti si sono registrati per attraversare il valico, con urgenza. Lunedì, solo 361 sono stati autorizzati a passare.
Il residente Hussein Fojo, 43 anni, ha affermato di aver aspettato per diverse ore durante il viaggio nella parte palestinese, sperando di attraversare e potersi riunire con la sua famiglia in Egitto. I suoi tentativi non sono andati in porto.
“Sono venuto a Gaza quattro mesi fa per una visita di un mese”, ha dichiarato all’Agenzia Anadolu. “A causa della chiusura, sono bloccato qui. Ho perso il mio lavoro”.
Sa’diyyeh Abdul-Khaliq, un’anziana signora che ha bisogno di trattamento per una malattia epatica, è riuscita ad salire su un autobus per l’Egitto. Ha affermato: “Ho tanto sperato di poter viaggiare. Ho tentato per quattro mesi. La malattia non può essere trattata a Gaza, quindi sono obbligata ad andare in Egitto”.
Traduzione di H.F.L.