Valle dei Giordano: quattro serre e un pozzo d’acqua demoliti

Imemc. Residente hanno riferito che giovedì l’esercito israeliano ha demolito quattro serre e un pozzo d’acqua nella valle del Giordano, nella Cisgiordania occupata.

Bassam Maslamani, un attivista che monitora le attività dei coloni nella valle del Giordano, ha raccontato all’agenzia Ma’an che tre ruspe israeliane, scortate da cinque veicoli militari, hanno demolito le serre presenti nell’area di Anoun, ad est della città di Tubas.

Maslamani ha detto che le autorità israeliane hanno attuato la demolizione delle strutture per il fatto che erano state costruite senza permessi.

Le serre erano di proprietà di Mahmoud Maslamani, Moussa Ali al-Einabussi, Abu Faisal Massaid e Adnan Abu Muhsen.

I militari hanno anche demolito un pozzo d’acqua, che Maslamani dice essere stato costruito da una chiesa italiana nel 2013, con l’approvazione delle stesse autorità israeliane, per permettere agli abitanti e agli agricoltori della zona di Yizra di disporre dell’acqua.

Il portavoce del COGAT, l’agenzia per il coordinamento delle azioni di governo sul territorio, ha detto che “le azioni sono state intraprese contro cinque strutture costruite senza permessi a Tubas, dopo averne verificato lo stato ed emesso i relativi ordini”.

La valle del Giordano rientra per la maggior parte nell’area C , sotto il pieno controllo militare di Israele, dove ai residenti palestinesi è raramente concesso il permesso di costruire o riparare le loro case, e dove gli insediamenti israeliani si sono espansi enormemente negli ultimi anni.

La politica israeliana nell’area si traduce nella costante demolizione di case e fabbricati appartenenti ai palestinesi residenti.

Il mese scorso l’ufficiale superiore delle Nazioni Unite Miroslav Jenca ha criticato le demolizioni in corso nell’area del Giordano, dopo che al villaggio di Fasayil erano stati consegnati gli ordini di demolizione.

Radere al suolo Fasayil in Cisgiordania, nel distretto di Jericho, lascerebbe 46 palestinesi, inclusi 31 minori, di nuovo senza casa, quando le loro case sono state demolite già molte volte.

Traduzione di Marta Bettenzoli