“Venerdì della Rabbia” in Cisgiordania e Gaza: centinaia tra feriti e intossicati

Quds Press, MEMO e PIC. Decine di palestinesi sono rimasti feriti nelle proteste del “Venerdì di Rabbia” organizzate nei Territori palestinesi occupati contro il riconoscimento di Gerusalemme come capitale d’Israele da parte degli Stati Uniti.

La Mezzaluna Rossa palestinese ha dichiarato che le sue squadre hanno trattato 293 feriti in Cisgiordania, mentre 90 sono stati segnalati nella Striscia di Gaza.

Una manifestazione di massa è stata organizzata nei cortili della moschea al-Aqsa dopo la preghiera del venerdì contro la decisione degli Stati Uniti, mentre sono scoppiati violenti scontri tra i cittadini palestinesi e le forze di occupazione israeliane vicino al check-point di Qalandiya, a nord di Gerusalemme.

Un palestinese è stato ferito da un proiettile di metallo rivestito di gomma, mentre decine di altri sono rimasti intossicati dai gas lacrimogeni negli scontri all’ingresso nord della città di al-Bireh, dopo che le forze israeliane hanno interrotto una marcia pacifica organizzata dalle forze nazionali e islamiche nella città.

Molti palestinesi hanno avuto problemi respiratori a causa dell’inalazione di gas lacrimogeni dopo che i soldati israeliani hanno attaccato le manifestazioni palestinesi nei villaggi di Bil’in e Budrus, a Ramallah, secondo fonti locali.

Scontri sono esplosi in diverse zone della provincia di Nablus, dove le FOI hanno sparato bombe sonore, candelotti lacrimogeni e proiettili di metallo rivestiti di gomma contro i cittadini palestinesi.

L’esercito di occupazione ha chiuso l’ingresso della città di Beita, a sud della città di Nablus, con blocchi di cemento e impedito il movimento in entrambe le direzioni.

I soldati di stanza all’ingresso hanno arrestato un bambino palestinese, la cui identità non è ancora nota, e lo hanno portato in una destinazione sconosciuta.

Fonti locali hanno riferito che diverse pattuglie hanno fatto irruzione nella città di Beit Furik, a est di Nablus, e si sono scontrate con i giovani palestinesi, facendo uso di proiettili vivi e di “gomma” e di lacrimogeni.

Le FOI hanno chiuso l’ingresso di Beit Furik, bloccato il movimento dei veicoli palestinesi e impedito alle ambulanze di entrare in città per fornire il primo soccorso ai feriti.

Secondo testimoni oculari, i soldati israeliani hanno arrestato un gruppo di giovani palestinesi vicino all’ingresso, dopo averli ammanettati e bendati.

Decine di persone sono rimaste ferite, mentre altre sono rimaste intossicate dai gas lacrimogeni negli scontri con le FOI dopo le marce organizzate a Tulkarem, Salfit, Qalqiliya e Betlemme contro il riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele.

Diversi palestinesi sono stati feriti da proiettili di metallo rivestiti di gomma e da proiettili letali; sei giovani palestinesi sono stati arrestati. Sono, inoltre, stati segnalati decine di casi di soffocamento in violenti scontri nella provincia di Hebron.

Testimoni oculari a Gerico hanno riferito che i soldati delle FOI hanno sparato proiettili di metallo rivestiti di gomma e candelotti lacrimogeni contro i manifestanti palestinesi nei pressi degli ingressi nord e sud della città, causando un numero di casi di soffocamento che sono stati trattati sul campo.

Nel frattempo, nella Striscia di Gaza, il portavoce del ministero della Sanità, Ashraf al-Qidra, ha dichiarato che 50 cittadini palestinesi sono stati feriti dalle FOI, cinque dei quali gravemente, durante le manifestazioni organizzate lungo il confine orientale di Gaza.