‘Verrà la libertà’.

VERRA’

Di Joe Fallisi

Gaza, 1° novembre 2008

Ieri sera l’amico Vittorio, un gigante, in tutti i sensi, non è riuscito a venire al concerto. Ah… l’avrei riconosciuto subito tra il pubblico!… e lo aspettavo… ma i militi di Sion non erano d’accordo. Accompagna i pescatori quasi ogni giorno, fin dall’inizio. E il suo aiuto e quello degli altri attivisti di Free Gaza (ieri erano in dieci) è fondamentale. L’hanno detto chiaramente gli sbirri: quando gli "internazionali" se ne andranno, ve la faremo pagare!… Già, perché per ‘sti infami chi cerca di procurarsi un po’ di cibo è un terrorista… e chi gli dà una mano un supporter di Hamas.
Non c’è al mondo situazione più palesemente iniqua di quella che vede vittime i palestinesi. Tutto è concesso ai tiranni con kippà dai poteri asserviti dell’occidente, qualunque crimine, qualunque azione, anche la più illegale. Silenzio comprensivo e devoto, cancellazione o manipolazione delle notizie, vigliaccheria chimerica… Impera ormai un vero e proprio Big Brother mediatico, cui resistono solo pattuglie sparse di refrattari. Così, anche ieri è successo quello che avviene ormai quotidianamente – e di cui esiste la testimonianza anche in video. Nessuna "Rai" o "Mediaset" interromperà il flusso di menzogne per parlarne. Secondo la "legge" sarebbe consentita la navigazione entro 12 miglia nautiche. Com’è ovvio, questo vale per tutti eccetto i palestinesi. Persino a 6, 4 miglia dalle coste di Gaza, quasi fin dentro il porto, i razzisti israeliani pretendono che le acque siano "loro". Arrivano in pattuglia e sparano coi mitra e col cannone ad acqua (sporca). E questo contro civili disarmati. Ma VERRA’ LA LIBERTA’ anche per gli abitanti oggi sotto occupazione, le loro sofferenze non possono essere state invano. Qualcosa di potente e di concreto si
muove, fuori dalla vecchia politica decrepita: una volontà fattiva di verità, di giustizia. La seconda missione ha avuto successo, come la prima, e appena torneremo a Larnaca Dignity si rimetterà subito in moto per la terza… e poi ce ne sarà una quarta, una quinta… Stamani sono andato, insieme coi due giornalisti di Al Jazeera, Amir Siddiq e Ali Al Jabar, a portare i regali di Saed per la sua famiglia. Abitano a Beit Hanoun. Lì si è compiuta la sua tragedia e quella di tanti altri ragazzini palestinesi, straziati dalle bombe degli invasori. C’erano tutti ad aspettarci: il vecchio nonno, undici bimbi, la madre e il fratello di quest’ultima, che ha lasciato casa sua per venire ad aiutare. Khaled, il padre, mi aveva detto che sua moglie era la donna perfetta per lui, un regalo meraviglioso di Allah. Quando, prima di uscire, gliel’ho confidato con l’aiuto di Amir, la luce del suo bel viso ha inondato la stanza.

Joe Fallisi
Gaza, sabato 1 novembre 2008

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