Gaza – Infopal. La presidenza della VI Conferenza del movimento di Fatah, in corso a Betlemme, ha deciso di annullare la sessione di questa mattina per soddisfare il desiderio dei membri del movimento provenienti dall’esterno di pregare nella moschea di al-Aqsa.
Secondo fonti di Fatah, cresce intanto il numero di giovani candidati al Comitato centrale e al Consiglio rivoluzionario. Le votazioni prenderanno il via probabilmente oggi pomeriggio, e si prevede di ottenere i risultati già entro domani.
Il numero dei candidati alle elezioni, aggiornato a ieri sera, avrebbe raggiunto i 493 per il Consiglio rivoluzionario e gli 86 per il Comitato centrale. Le candidature sono proseguite oggi fino a mezzogiorno: quindi, prima delle elezioni, verrà riservato uno spazio alle obiezioni contro la scelta dei candidati.
Durante la Conferenza, i delegati hanno deciso di adottare all’unanimità alcune delle raccomandazioni della Commissione per i detenuti.
La Commissione, nella sua relazione, ha invitato a prendere in considerazione la questione dei prigionieri come parte integrante di qualsiasi soluzione politica, e non solo un fascicolo soggetto a iniziative unilaterali o alle buone intenzioni israeliane. Ha inoltre chiesto di sospendere i negoziati, e riprenderli solo a patto che siano rilasciati tutti i detenuti e le detenute palestinesi senza distinzione, e che venga fissato un calendario per questi rilasci.
A livello giuridico, invece, la relazione della Commissione ha confermato che i prigionieri palestinesi sono prigionieri di guerra a tutti gli effetti, e non “terroristi” o criminali (come sostengono le autorità d'occupazione), e che su di loro andrebbero pertanto applicate le convenzioni umanitarie internazionali.
Nel rapporto s’invita inoltre a sollevare la questione nelle sedi internazionali, tramite i media e le organizzazioni per i diritti umani, in quanto si tratterebbe di un problema umanitario che interessa non solo gli avvocati e i legali internazionali, ma anche “tutti coloro che hanno una coscienza”. Viene chiesto anche che, successivamente alla loro liberazione, ai detenuti e alle detenute siano garantiti posti di lavoro e programmi di formazione nelle istituzioni governative, civili o militari, risolvendo così il problema della forte disoccupazione tra gli ex carcerati.
A livello organizzativo, la Commissione ha suggerito di considerare coloro che sono rinchiusi nelle celle d’Israele come normali membri di Fatah, e di riconoscere loro il diritto di partecipare alle associazioni del movimento attraverso il meccanismo di coordinamento tra la leadership di Fatah e i suoi comitati all'interno delle prigioni.