VIDEO: Sembra di essere in una zona di guerra, ma quello a cui stanno puntando ha solo cinque anni

hebronsoldiersImemcAttorno alle 10 e trenta di martedì mattina, 30 dicembre, i bambini palestinesi che frequentano la scuola vicino al check-point di Qeitun ad al-Khalil (Hebron), hanno subito il lancio di oltre 40 bombe lacrimogene, numerose bordate di proiettili rivestiti di gomma e bombe assordanti, oltre all’arresto di un ragazzino di 12 anni.

Le forze israeliane hanno sparato lungo la strada che va dal check-point verso le scuole, riempiendo la strada adiacente ad esse con una nuvola di gas soffocante e impedendo ai Palestinesi che passavano a piedi attraverso il check-point di continuare la loro strada. Siccome è il periodo di esami nelle scuole di al-Khalil, i bambini stavano tentando di raggiungere le scuole tra le 7 e le 8 del mattino e di ritornare tra le 9:30 e le 11. Le forze militari israeliane hanno creato uno sbarramento di raffiche di fuoco in modo discontinuo, dal momento in cui alcuni bambini stavano ancora dirigendosi verso la scuola fino a dopo che la scuola era finita, obbligando tutti a passare da un’altra parte per non dover sfidare le bombe lacrimogene ed il fumo fastidioso che ancora restava nell’aria, anche dopo che la sparatoria era terminata.

Durante le prime ore del mattino, le forze di occupazione israeliane hanno fermato il dodicenne vicino al check-point, accusandolo di tirare pietre. I testimoni presenti durante la scena hanno smentito l’accusa. Dopo aver portato il bambino al posto di polizia, l’esercito israeliano e la polizia di frontiera sono ulteriormente avanzati lungo la strada lontano dal check-point, pesantemente armati di bombe lacrimogene, bombe assordanti, e dei lunghi fucili usati per sparare le pallottole di acciaio ricoperte di gomma. A tratti sparavano sistematicamente, tirando cinque o più colpi di lacrimogeni alla volta, mentre altre sembravano spari casuali, come quando un poliziotto di frontiera da solo correva improvvisamente lungo la strada e lanciavo un lacrimogeno ad un gruppo di bambini troppo lontano da lui.

Tra un assalto e l’altro, quando i militari israeliani fermavano temporaneamente gli spari, i bambini davano calci alle bombe assordanti lì attorno e cercavano di schiacciare i lacrimogeni con le loro scarpe. Molti di loro sono rimasti bloccati, aspettando dietro ed in mezzo ai soldati dato che le nuvole persistenti di gas lacrimogeno riempivano la strada di fronte alla loro scuola. Osservando la strada vicino alla posizione dei militari, verso il luogo nel quale i lacrimogeni andavano a cadere, si potevano intravedere i risultati degli impatti: un bambino piccolo che tossiva, un insegnante mentre schivava un lacrimogeno che stava cadendo al suolo.

Le forze israeliane sono avanzate lungo la strada principale, appostandosi minacciosamente lungo essa ed occupando anche gli angoli delle strade adiacenti, puntando i loro fucili verso i quartieri vicini. Alcuni stavano in fondo alla strada, in parte nascondendosi dietro le macchine parcheggiate, nello stesso posto dove la polizia di frontiera israeliana aveva arrestato un ragazzo di diciassette anni un paio di settimane prima. “Sembra che si trovino in una zona di guerra”, ha commentato un attivista dell’ISM davanti alla scena, “ma quello a cui stanno puntando ha solo cinque anni”.

Mentre alcuni degli attivisti dell’ISM ritornavano verso casa, attraverso il souk (mercato) nella Città Vecchia di al-Khalil, chiedevano se i lacrimogeni dall’area attorno al check-point di Qeitun avevano raggiunto tutta la strada fino ai negozi. “Oggi non troppo”, ha risposto il proprietario di un negozio. Egli ha poi chiesto come stavano gli attivisti. Dopo aver brevemente raccontato la loro mattinata, egli ha risposto realisticamente “Ci sono sempre bombe lacrimogene laggiù”.

E’ una realtà quotidiana ad al-Khalil – una realtà che illustra perfettamente l’ingiustizia senza senso e violenta così caratteristica dell’occupazione sionista. Questa è soltanto una delle innumerevoli mattinate e pomeriggi che questi bambini sono costretti ad affrontano ogni giorno lungo la strada verso la loro scuola. Gli assalti militari ed i check-point sono a loro familiari così come i loro compiti ed i loro libri di scuola. Questi attacchi ripetuti evidenziano  in quale modo profondo l’occupazione israeliana abbia invaso le vite dei Palestinesi, quando anche la strada verso la scuola diventa terreno di battaglia.

Traduzione di Aisha Tiziana Bravi