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MEMO. Un video pubblicato dalla ONG israeliana B’Tselem ha rivelato le circostanze relative alla morte di un palestinese, a Gerico, a cui le forze israeliane hanno negato i soccorsi dopo averlo ferito.
Yassin al-Saradih, 36 anni, è stato colpito con un’arma da fuoco da soldati israeliani all’una di notte di giovedì 22 febbraio, durante un raid in Cisgiordania, ed è morto mentre si trovava in custodia. Il video rivela che ad al-Saradih sono stati negati i soccorsi per 20 minuti dopo che era stato ferito, e anzi, è stato picchiato con i fucili e preso a calci alla testa e alla parte superiore del corpo, prima di essere trascinato per le braccia in un vicolo e portato in un centro di detenzione.
I militari inizialmente avevano affermato che al-Saradih era morto per inalazione di fumo, il risultato dell’autopsia ha trovato un foro d’entrata nello stomaco e una scheggia nel coccige.
“Alla luce di questa condotta inaccettabile, i tentativi fatti dal portavoce delle IDF di giustificare l’incidente con una scusa o un’altra sono altrettanto inquietanti”, ha affermato B’Tselem in una dichiarazione.
Sebbene la polizia militare abbia ora aperto un’indagine sull’incidente, l’ONG non ha molte speranze che questa abbia una conclusione equa.
“Sulla base di anni d’esperienza, è improbabile che l’inchiesta provochi l’incriminazione delle persone responsabili dell’omicidio e del maltrattamento di al-Saradih – certamente non tra i ranghi più alti”.
Israele spara regolarmente ai palestinesi impunemente, comprese donne e bambini. Molte delle vittime vengono colpite alla testa o al petto e ad una distanza ravvicinata, suggerendo che le forze israeliane adottano una strategia volta a “sparare per uccidere” o ferire gravemente.
Le forze d’occupazione conducono regolari incursioni in Cisgiordania, trattenendo i palestinesi a loro piacimento, spesso sostenendo che essi hanno partecipato a proteste o che sono stati coinvolti in attacchi con lancio di pietre contro i soldati israeliani.
Traduzione per InfoPal di F.H.L.