VIDEO: la polizia israeliana interroga tredicenne accusato di accoltellamento

352624CBetlemme-Ma’an. In un video, gli ufficiali israeliani vengono ripresi durante l’interrogatorio di un ragazzo tredicenne palestinese accusato di aver accoltellato due israeliani vicino alla colonia illegale di Pisgat Zeev, a Gerusalemme Est.

Il video mostra alcune parti dell’interrogatorio di Ahmad Manasra, 13 anni, mentre alcuni investigatori israeliani imprecano ed abusano verbalmente di Manasra e mentre gli fanno domande a proposito dell’accaduto e delle sue motivazioni.

Non si conosce la data nella quale il filmato e’ stato registrato.

Il 30 ottobre, il Tribunale Distrettuale Israeliano di Gerusalemme ha incriminato il tredicenne Manasra con l’accusa di tentato omicidio a seguito di un attacco contro due israeliani, secondo quanto riferito dai media israeliani.

Il presunto tentativo di accoltellamento è avvenuto il 12 ottobre a Gerusalemme, quando vi è stata la segnalazione della polizia israeliana che due israeliani, di 13 e 21 anni, erano rimasti gravemente feriti.

Durante il video, un investigatore urla ripetutamente contro Manasra, in arabo, di “tacere”, mentre Manasra supplica continuamente l’ufficiale di credere che lui non si ricorda niente a proposito dell’accaduto.

Si vede poi l’ufficiale che interroga il ragazzo riguardo ad una telefonata intercorsa col suo avvocato, e gli dice che eè accusato di tentato omicidio di “due ebrei”, e che Manasra ha aiutato “il nemico in tempo di guerra”, cosa che Manasra sembra non comprendere.

In seguito l’investigatore viene ripreso mentre mostra a Manasra un video dell’aggressione, urlandogli domande sui dettagli di quanto avvenuto. Manasra inizia a piangere mentre dice “non so” e “non riesco a ricordare”, pregando l’ufficiale “portatemi dal dottore per essere visitato”, il tutto mentre si colpisce al capo con le mani.

Manasra continua a ribadire “non riesco a ricordare niente”, implorando il detective “di credergli” e aggiunge che egli si è “svegliato il giorno seguente senza sapere cosa mi fosse accaduto”.

L’investigatore definisce continuamente Manasra un “bugiardo”.

Un altro investigatore si aggiunge al primo, mentre continua a chiedergli le motivazioni dell’aggressione, e alla fine Manasra afferma che “tutto quel che state dicendo è giusto, non riesco a ricordare. Da quel che ho visto nel video [dell’incidente originale] è corretto al 100 percento, ma non riesco a ricordare niente”.

I due investigatori si vedono sorridere mentre discutono i dettagli sull’accaduto, se il ragazzo tenesse il coltello verso l’alto o verso il basso. Manasra dice agli investigatori “mi avete chiesto di questo tutto il tempo e non sapete se il coltello era verso l’alto o il basso”.

Il secondo inquisitore inizia ad urlare contro Manasra e a chiedere le motivazioni del gesto. Manasra inizia a piangere dicendo che ha “dimenticato”, pregando ancora l’uomo di “portarmi da un medico per vedere che riesco a ricordare”.

Durante l’attacco, il cugino quindicenne di Ahmad, Hassan, è stato colpito a morte sul luogo dalle forze israeliane, mentre Ahmad è stato investito intenzionalmente da un auto e ferito gravemente.

Un video di Ahmad mentre è sdraiato a terra ferito e sanguinante dopo essere stato investito dall’auto è stato caricato ed è circolato rapidamente sui social media. Nel filmato, si sente chiaramente un israeliano presente alla scena che grida: “Muori, figlio di p…! Muori!” mentre un altro dice all’ufficiale di polizia di sparargli.

Secondo quanto riferito, Ahmad sarà trattenuto in una struttura chiusa fino al processo, mentre il tribunale ha rifiutato la richiesta della famiglia di metterlo agli arresti domiciliari.

Il mese scorso, il sito israeliano di notizie Ynet ha affermato che i due cugini hanno compiuto l’aggressione dopo essere tornati da scuola mentre discutevano a proposito della Moschea Al-Aqsa e di Gaza, prima di decidere di diventare “martiri”.

Data la sua età, Ahmad non può stare in carcere fino a quando compirà i 14 anni a gennaio.

Almeno 79 Palestinesi sono stati uccisi dall’inizio di ottobre, mentre le associazioni per i diritti chiedono ad Israele di fermare le uccisioni “illegali” di Palestinesi, i quali non costituivano una minaccia abbastanza grave nel momento della loro morte.

Almeno 17 bambini palestinesi sono stati uccisi dalle forze israeliane nei disordini.

Traduzione di Aisha Tiziana Bravi