L’aggressione ha avuto luogo nel quartiere centrale di Silwan; il ragazzino è stato identificato come Mohammad Gheith, di 16 anni di età.
La sua famiglia ha riferito che lui si trovava in piedi davanti a casa quando i soldati lo hanno attaccato, lo hanno picchiato con i manganelli sulla testa e sul viso, e lo hanno rapito.
Uno dei suoi amici ha detto che erano nel quartiere, quando tre soldati in borghese gli si sono avvicinati, prima che uno di loro gridasse il suo nome.
I soldati poi lo hanno spinto contro un muro, gli hanno tolto i vestiti e lo hanno perquisito.
Il suo amico ha anche detto che i soldati hanno poi ordinato a Mohammad di rimettersi i vestiti e hanno iniziato a picchiarlo con i manganelli e il calcio dei fucili, colpendolo ripetutamente.
I soldati hanno portato il ragazzino ferito all’avamposto illegale di Bet Yonatan, mentre lui gridava per il dolore alla testa e agli arti, e poi alla stazione di polizia di via Salah Ed-Din, mentre era ancora sanguinante. Infine l’hanno trasportato all’ospedale Hadassah di Gerusalemme.
Il padre di Mohammad ha dichiarato che i soldati lo hanno rilasciato, e poi gli hanno ordinato di tornare per “ulteriori interrogatori”.
La polizia sostiene che il 16enne ha attaccato sette soldati israeliani che “cercavano di arrestarlo a Silwan”.
Il padre ha detto che presenterà un reclamo all’unità di indagine della polizia (Mahash), perché gli ufficiali hanno attaccato il figlio senza alcun motivo o provocazione.
“Ci sono telecamere di sorveglianza nel quartiere”, ha detto. “Ciò che è stato ripreso contraddice completamente le rivendicazioni israeliane; quello che hanno fatto a Mohammad è un attacco selvaggio”.
I soldati hanno anche rapito 13 Palestinesi a Gerusalemme e in Cisgiordania.
Traduzione di Edy Meroli.