Due volte vittime: i problemi delle ex prigioniere

Pubblichiamo questo drammatico articolo-denuncia sulla condizione delle ex-prigioniere palestinesi, i cui diritti sono stati violati dai carcerieri israeliani e poi dalla società palestinese. Alle spose dei prigionieri viene chiesta pazienza, lealtà e fedeltà; i mariti delle detenute, invece, possono divorziare, ripudiare le loro coraggiose mogli che soffrono in carcere, umiliarle quando vengono liberate. Quanto emerge è uno spaccato di società ancora arretrata e maschilista, dove ci sono le vittime delle vittime. Un ritratto che non fa onore a tanti e tante coraggiosi combattenti per la libertà e l’indipendenza della patria palestinese.

Gaza – Ma’an. Nonostante la calda accoglienza e le celebrazioni che le prigioniere ricevono a Gaza dopo essere state liberate dalle carceriisraeliane, molte incontrano difficoltà sociali e familiari, dopo il ritorno alla vitanormale.

In molti casi, ex-detenute divorziano o rimangono single fino a tarda età, se non sono sposate.

Wafaa al-Bis, una ex-prigioniera di Gaza, è stata arrestata nel 2005 e
condannata a 12 anni con l’accusa di pianificare un’operazione contro
Israele.

È stata liberata dopo sette anni e ha dichiarato a Ma’an che soffre di
emarginazione, esclusione e trattamento degradante.

“La nostra società vede le ex detenute di sesso femminile come donne
che sono state violentate. La mia domanda è se pensano che le donne in
carcere sono state violentate consenzienti o violentate mentre le loro
mani erano ammanettate!”, ha detto a Ma’an.

Wafaa ha ustioni di terzo grado da un incidente passato e si lamenta
che per lei è difficile ottenere un trattamento medico a causa del suo
status di ex-carcerata.

“Non riesco a ottenere i diritti basilari per avere garantito un trattamento
adeguato come detenuta liberata”, ha spiegato. Ha contattato diversi
funzionari palestinesi, ma senza alcun risultato.

“Tu sei una terrorista”.

Quando Fatima al-Ziq ha cominciato a prendere parte alle attività di
resistenza era sposata e aveva otto figli.

E’ stata arrestata durante la gravidanza, e ha partorito in carcere.
Dopo il suo rilascio, ha detto che tutte le porte erano chiuse per lei
e ha dovuto implorare per i suoi diritti.

“Noi non cerchiamo la gratitudine e la lode di nessuno, anche se
abbiamo trascorso la nostra giovinezza in carcere per difendere la
nostra patria. Tuttavia, ci auguriamo che le porte non restino chiuse
per noi come sbandati che hanno combattuto al fronte”.

Zahiyya Nofal è stata imprigionata per tre anni con l’accusa di
possesso di armi e di aiutare i combattenti della resistenza. È stata
arrestata quando aveva solo 16 anni, e dopo essere stata rilasciata i
suoi genitori le hanno organizzato un matrimonio con un beduino.

Nonostante abbia dato alla luce due figli, quando il marito ha saputo
che era stata in carcere ha cominciato a assalirla ogni giorno
chiamandola “terrorista”.

Ha chiesto il divorzio e le ha negato di vedere i suoi figli.

Visto l’atteggiamento di molti nei confronti di ex-prigioniere, Ruab
Rajoubi ha deciso di non sposarsi. Lei è stata imprigionata per tre
anni con l’accusa di aiutare i combattenti, nel 1996.

Ha affermato che molte famiglie sono “umiliate” perché loro parenti di
sesso femminile erano in carcere.

Dala Abu Qamar concorda sul fatto che la vita è difficile, dopo aver
lasciato il carcere. Ha accettato di essere una seconda moglie dopo
che è stata liberata nel 1982. Era affiliata al Fronte Popolare per la
Liberazione della Palestina.

“Nessuno farà una proposta di matrimonio a una prigioniera liberata ,
per via della vista degradante. Ho pagato un pesante tributo per i
sacrifici che ho fatto verso la mia patria. Ero divorziata dopo aver
avuto due figli”.

Nel corso degli ultimi 45 anni, circa 10 mila donne palestinesi sono
state arrestate per ordini militari israeliani, dice Addameer.

A partire dal 1° settembre 2012, 7 donne palestinesi sono state
incarcerate in centri di detenzione e prigioni israeliane.

Traduzione per InfoPal a cura di Edy Meroli