Voci da Gaza: due madri a Palestine Chronicle dal Shifa Hospital

Gaza-Palestine Chronicle. 279 Palestinesi sono stati uccisi ed oltre 1.900 feriti durante l’ultima guerra di Israele contro Gaza. Molti di loro si trovano ancora in condizioni critiche.

Il corrispondente di Palestine Chronicle nella Striscia di Gaza, Mahmoud Ajjour, ha intervistato alcuni dei feriti.

Seguono le testimonianze di due madri palestinesi, Farha e Lina, che hanno perso i propri cari e si trovano presso il Shifa Hospital nella città di Gaza per prendersi cura dei loro figli rimasti feriti.

Farha Ibrahim Khalil Jnid:

“Mi trovavo a casa. Stavo preparando l’iftar, dato che eravamo ancora in periodo di Ramadan e tutti stavamo digiunando. All’improvviso abbiamo sentito un’esplosione. In quel momento uno dei miei figli si trovava sul tetto. E’ sceso giù correndo e gridando che i suoi fratelli giacevano a terra feriti. Io sono corsa in strada, urlando. Ho subito visto due dei miei figli, Ibrahim e Musa, sdraiati immobili sotto i gradini dell’abitazione. Musa era morto, martirizzato, e Ibrahim era gravemente ferito al tronco. Anche un altro dei miei figli, Wasim, era ferito con schegge alla testa. Ma grazie a Dio per ogni cosa. Egli è il nostro guardiano e protettore”.

Lina al-Matrabi’i:

“Eravamo nel nostro appartamento. Era Ramadan ed eravamo pronti per interrompere il nostro digiuno. Stavo preparando da mangiare per la mia famiglia quando all’improvviso, abbiamo sentito una forte esplosione ed il tetto ci è crollato addosso. Sì, l’intero tetto è proprio crollato sopra di noi. Ho strisciato, spingendo i mobili e i detriti che mi coprivano, per cercare mia figlia. Era ferita. Si è poi scoperto che la sua ferita era grave. Ma sta migliorando. Che Dio li sconfigga (gli israeliani); che Dio li sconfigga”.

“In quel momento mio marito si trovava nel soggiorno. Il missile israeliano ha colpito una parte della casa. E’ caduto soltanto il soffitto della camera nella quale eravamo io e mia figlia. Il resto della casa no. Ovviamente, tutti i vetri delle finestre in tutta la casa sono andati in frantumi. Non so in che modo sono riuscita a sbarazzarmi di tutto quel che avevo sopra di me in modo da poter andare a salvare mia figlia. Stava urlando ‘Mama, Mama’”.

“Ho rimosso i detriti che aveva sopra di lei e l’ho portata fuori dalla stanza. Suo padre è entrato di corsa. L’ha presa in braccio ed entrambi siamo corsi in strada. Non vi erano ambulanze o altro. Abbiamo solo continuato a correre. Abbiamo corso a lungo ed eravamo entrambi a piedi nudi. Poi è arrivata l’ambulanza e l’ha portata di fretta in ospedale. Grazie ad Allah, Egli è il nostro guardiano e protettore. Grazie ad Allah. Mia figlia si chiama Sara, ha soltanto quattro anni. La nostra casa si trova nella zona di Saraya (nella città di Gaza)”.

(Foto in copertina: la giovane madre palestinese, Lina, accarezza i capelli della figlia ferita, Sara, allo Shifa Hospital. Tutte le foto sono di Mahmoud Ajjour, The Palestine Chronicle).