Wafa e il fidanzamento della resilienza palestinese

Gerusalemme-PIC. La storia della giovane palestinese Wafa Mohammed è la storia di una ragazza fidanzatasi da poco con un giovane palestinese che sta scontando due ergastoli nelle carceri dell’occupazione israeliana.

Nata nel quartiere al-Izriya di Gerusalemme, Wafa ha preso la decisione di fidanzarsi con Ahmad Isleim, condannato a vita, che si trova nelle prigioni dell’occupazione israeliana da 17 anni consecutivi.

“Questo è il minimo che posso fare per la mia terra e per il mio popolo. Questo è il prezzo che noi – Palestinesi – dobbiamo pagare per riuscire a liberare la nostra terra”, ha dichiarato Wafa.

“Ho incontrato Ahmad il giorno in cui sono stata trasferita presso un tribunale israeliano nel cosiddetto ‘bosta’ (automezzo per trasporto dei detenuti ndt). Qui mi sono imbattuta in Ahmad, lo stesso giorno in cui sono stata trasportata al tribunale di Ofer. Le guardie israeliane mi hanno sottoposto a maltrattamenti ed abusi verbali, ai quali Ahmad ha reagito urlando loro contro”.

“Come accade a tutti i Palestinesi, Ahmad non sopportava l’idea che una ragazza venisse picchiata ed abusata in sua presenza” ha aggiunto Wafa. “Ahmad è quindi stato picchiato con violenza dagli agenti israeliani mentre era incatenato mani e piedi”.

“Quando sono rientrata nella mia cella ho chiesto agli avvocati le generalità del detenuto ma non ho ricevuto alcuna risposta. Poco dopo sono stata rilasciata e sono uscita dal carcere”.

“Dopo il mio rilascio, una parente di mia madre è venuta a farci visita. Si è presentata come la madre di un carcerato che era stato condannato a due ergastoli e 25 anni nelle prigioni israeliane”.

“Sono rimasta scioccata quando questa madre ha raccontato che suo figlio era stato picchiato selvaggiamente dagli agenti del carcere israeliano perché ho immediatamente capito di chi si trattava. Era colui che nel ‘bosta’ si era messo in piedi accanto a me facendomi da scudo protettivo”, ha dichiarato Wafa.

Alcuni giorni dopo, sia Ahmad che Wafa si sono fidanzati in absentia. I parenti di Ahmad hanno chiesto la mano di Wafa e quest’ultima ha accettato con “grande orgoglio”.

“Il nostro fidanzamento è fonte di felicità per entrambi”, ha affermato Wafa esprimendo la sua impazienza nel voler visitare il suo fidanzato dietro le sbarre del carcere per parlargli dei loro sogni condivisi.

“Tuttavia, la nostra felicità non potrà essere completa fino al giorno in cui Ahmad e tutti gli altri detenuti palestinesi siano liberati dalle gabbie israeliane. Spero che ciò diventi presto realtà”.

Per quanto riguarda Ahmad, anche lui ha espresso grande gioia ed orgoglio per il fidanzamento, affermando che la sua fidanzata rappresenta per lui la sua felicità e la sua libertà.

“Mi sono abituato a scrivere versi per descrivere Wafa. Nessuna parola però riesce ad esprimere la sua bellezza e quel che lei significa per me. Dandomi la possibilità di essere il suo fidanzato, mi ha ridato la mia libertà”, ha dichiarato Ahmad.

Traduzione per InfoPal di Aisha Tiziana Bravi