Walla: 40 mila combattenti, arsenale di razzi e rete di tunnel ancora attivi a Gaza

Gaza – The Palestine Chronicle. Il quotidiano israeliano Walla ha pubblicato lunedì un rapporto che illustra dettagliatamente la valutazione dell’esercito israeliano sulla situazione nella Striscia di Gaza, a oltre 19 mesi dall’inizio della guerra israeliana nel territorio assediato.

Secondo il rapporto, l’esercito israeliano stima che circa 40 mila combattenti armati rimangano ancora a Gaza, insieme a quello che descrive come un “ampio sistema di tunnel”, particolarmente concentrato nelle città di Gaza, Khan Yunis e nei campi profughi centrali.

Queste dichiarazioni giungono mentre Israele continua a condurre intense campagne di bombardamenti, incursioni terrestri e operazioni di sfollamento di massa in tutta la Striscia.

Il rapporto afferma inoltre che Hamas possiede ancora “centinaia di razzi”, ma si astiene dal lanciarli per preoccupazione per la popolazione civile, un’ammissione che contraddice le vecchie narrazioni israeliane secondo cui i gruppi di resistenza mettono indiscriminatamente in pericolo i civili.

L’esercito israeliano sostiene inoltre che la città di Khan Yunis sia stata completamente spopolata e che circa 700 mila palestinesi sfollati si siano ora rifugiati nell’area di al-Mawasi, condizioni che le organizzazioni per i diritti umani hanno descritto come “catastrofiche” e “invivibili”.

Genocidio in corso.

Da quando Israele ha rinnegato il cessate il fuoco, il 18 marzo, ha ucciso e ferito migliaia di palestinesi in tutta la Striscia di Gaza attraverso un sanguinoso e continuo bombardamento aereo.

Il 7 ottobre 2023, a seguito di un’operazione di resistenza palestinese nel sud di Israele, l’esercito israeliano ha lanciato una guerra genocida contro i palestinesi, uccidendo oltre 53 mila persone, ferendone più di 122 mila e con oltre 14 mila dispersi.

Nonostante la condanna abituale del genocidio israeliano da parte di molti paesi in tutto il mondo, poco è stato fatto per assicurare Israele alle sue responsabilità.

Israele è attualmente sotto inchiesta per il crimine di genocidio da parte della Corte internazionale di giustizia, mentre i criminali di guerra accusati – tra cui il primo ministro Benjamin Netanyahu – sono ora ufficialmente ricercati dalla Corte penale internazionale.

Il genocidio israeliano è ampiamente difeso, sostenuto e finanziato da Washington e da alcune altre potenze occidentali.

Traduzione per InfoPal di F.L.