Warschawski: nella Striscia crimini di guerra. L'unica via per la pace: il mondo fermi Israele.

Da www.ilmanifesto.it del 7 Marzo 2008

Warschawski: nella Striscia crimini di guerra. I palestinesi percepiti
«meno umani» perché hanno eletto Hamas

L’unica via per la pace: il mondo fermi Israele

Michelangelo Cocco

In Italia per una serie di dibattiti sul conflitto
israelo-palestinese, Michael Warschawski punta l’indice contro
l’escalation israeliana a Gaza che nei giorni scorsi ha causato 120
vittime palestinesi. Con il fondatore dell’Alternative information
center di Gerusalemme abbiamo discusso della situazione in campo
israeliano e palestinese.

Le agenzie umanitarie dicono che a Gaza c’è la situazione peggiore
degli ultimi 40 anni. Crede che Israele farà qualcosa per migliorarla?

Dipenderà dalla pressione internazionale. Se non ci sarà alcuna spinta
in questo senso da parte dell’Europa e degli Stati Uniti, Israele
continuerà la sua politica nei confronti della popolazione palestinese
della Striscia.

L’establishment militare sta già discutendo della possibilità di
utilizzare l’artiglieria contro aree densamente abitate, se da queste
continueranno a essere lanciati razzi «Qassam» in Israele.

Quella di utilizzare l’artiglieria contro aree densamente abitate da
civili è un’ossessione di Ehud Barak (il ministro della difesa), il
quale ha chiesto ai suoi consiglieri politici se una mossa di questo
tipo sarebbe vietata dal diritto internazionale. Si tratta di
un’opzione che viene esaminata molto seriamente sia dal governo sia
dall’esercito che, in parte, stanno già usando questa tattica. Il
problema è se la utilizzeranno su scala più ampia.

Dopo gli ultimi massacri israeliani si è parlato di «shoah» e
genocidio. Da un punto di vista del diritto internazionale come
possono essere giudicate le operazioni dell’esercito israeliano contro
la Striscia?

Il termine «shoah» è stato evocato da un ministro israeliano. A me non
piace utilizzare questi superlativi. Penso che la situazione sia
talmente grave da richiedere l’utilizzo di termini appropriati. Ci
troviamo di fronte a una violazione sistematica del diritto
internazionale e a crimini di guerra commessi dall’esercito
israeliano. Attaccare aree abitate da civili utilizzando la forza in
maniera sproporzionata rappresenta un crimine di guerra. È questo che
dice il diritto internazionale. E l’esercito israeliano ha utilizzato
questi metodi in maniera sistematica, specialmente nell’ultima settimana.

Come reagiscono a quest’escalation l’opinione pubblica e i pacifisti
israeliani?

L’opinione pubblica da un lato appoggia gli attacchi contro Gaza,
perché li percepisce come una rappresaglia nei confronti dei lanci di
razzi Qassam contro le città israeliane di Sderot e Ashkelon.
Dall’altro lato, secondo l’ultimo sondaggio effettuato, la maggioranza
della stessa opinione pubblica è favorevole ad aprire un negoziato con
Hamas. Per quanto riguarda il campo della pace, siamo sempre fermi
alla situazione creatasi dopo il 2000. C’è una minoranza che è sempre
attiva – negli ultimi giorni abbiamo fatto manifestazioni a
Gerusalemme e Tel Aviv – ma che rappresenta comunque una minoranza.
Siamo in grado di mobilitare tra le 5.000 e le 6.000 persone. Non si
tratta più del grande campo della pace che avevamo fino a dieci anni
fa, guidato da Peace now.

In risposta all’assedio di Gaza negli ultimi giorni ci sono state
mobilitazioni palestinesi non solo in Cisgiordania, ma anche
all’interno di Israele. Crede stia nascendo qualcosa di nuovo?

Sono stato felice di vedere manifestazioni popolari di massa
all’interno dei Territori occupati, una cosa successa raramente negli
ultimi anni. Ma è ancora troppo presto per capire se stiamo entrando
in quella che i media israeliani hanno già chiamato «terza intifada»,
una nuova sollevazione di massa che duri e che non sia solo una
reazione di rabbia provocata dai massacri israeliani.

Dopo la vittoria elettorale di Hamas nel 2006, Israele ha
intensificato la guerra contro la Striscia e la colonizzazione della
Cisgiordania. Che effetto può avere sulla percezione di Israele nel mondo?

Nonostante i crimini che sta commettendo, Israele ha un’immagine molto
migliore di quella che aveva fino a pochi anni fa. Né la Comunità né
l’opinione pubblica internazionale la criticano come ai tempi di
Sharon. Perché prevale la percezione mondiale dell’islam come una
minaccia nei confronti dell’Occidente. In questo contesto milioni di
uomini e donne che hanno eletto democraticamente Hamas vengono
percepiti e trattati come non umani.

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