Washington: ancora nessuna decisione sul trasferimento dell’ambasciata USA a Gerusalemme

519397329PIC. L’addetto stampa della Casa Bianca, Sean Spicer, ha dichiarato che non è stata presa ancora “nessuna decisione” sulla ri-localizzazione dell’ambasciata degli Stati Uniti da Tel Aviv a Gerusalemme occupata.

“Nulla è stato stabilito” ha detto durante un briefing con la stampa, dopo che gli era stato chiesto in quale modo la nuova amministrazione ritenesse che tale mossa fosse utile agli interessi strategici degli Stati Uniti. Stessa mossa che il Presidente Donald Trump durante la campagna aveva promesso di rendere effettiva. “Siamo davvero ancora agli inizi del processo decisionale”.

Spicer ha dichiarato che, se avesse voluto, il presidente avrebbe potuto spostare l’ambasciata americana con un ordine esecutivo, ma, ha spiegato, al momento non rientra nei suoi programmi.

“È ancora presto – ha aggiunto-. Il suo team continuerà a consultarsi con il Dipartimento di Stato”.

L’osservazione di Spicer è arrivata il giorno dopo che Trump e il primo ministro Benjamin Netanyahu hanno avuto il loro primo contatto telefonico dall’insediamento del nuovo presidente.

Né la Casa Bianca né l’ufficio del Primo Ministro hanno fatto cenno allo spostamento della suddetta ambasciata durante la chiacchierata.

Domenica 22 gennaio, Spicer aveva dichiarato che gli Stati Uniti sono solo agli “inizi” della discussione sul trasferimento.

Il commento è stato accolto da alcuni, nella Gerusalemme occupata, come un segnale che Washington stesse invece portando avanti il tanto promesso, ma mai raggiunto, dislocamento.

Tuttavia, altri hanno visto in tale dichiarazione il tentativo della Casa Bianca di abbassare le aspettative di un imminente spostamento dell’ambasciata.

La settimana precedente, Spicer aveva lanciato un messaggio decisamente differente, in cui diceva ai giornalisti di “stare in allerta” perché presto sarebbe stato diffuso l’annuncio sulla ricollocazione.

Il presidente Trump aveva ha dichiarato al quotidiano israeliano Israel Hayom, il 19 gennaio, che “non ha dimenticato” l’impegno preso durante la campagna elettorale. “Sapete bene che non sono una persona che infrange le promesse”, ha ricordato.

Precedentemente, il sindaco della Gerusalemme israeliana, Nir Barkat, aveva dichiarato di essere a disposizione dei dirigenti israeliani, ricevendo riscontri seri e positivi riguardo tale mossa.

Ogni presidente, sin dagli anni ’90, incluso Obama, ha sostenuto che le sorti future della Gerusalemme occupata debbano essere ben stabilite nella negoziazione finale con i Palestinesi.

Gli israeliani ribadiscono che la Città Santa – luogo della moschea di al-Aqsa, terzo luogo santo per i musulmani – è la capitale del loro auto-proclamato Stato.

Traduzione di Giusy Preziusi