
Tel Aviv – The Palestine Chronicle. In un raro avvertimento, il capo della Shin Bet, l’agenzia di intelligence interna israeliana, Ronen Bar, ha messo in guardia il primo ministro di destra Benjamin Netanyahu sul “pericolo strategico rappresentato dalla violenza contro i palestinesi perpetrata dai coloni”, ha riportato il sito web di notizie israeliano Ynet News domenica scorsa.
Negli ultimi mesi, i coloni, spesso sotto la protezione dell’esercito israeliano, hanno aumentato le loro azioni violente in molti villaggi e città palestinesi nella Cisgiordania occupata.
L’ultima grande violenza si è verificata nel villaggio palestinese di Burqa, quando gruppi di coloni hanno attaccato i palestinesi, uccidendone uno e ferendone tre.
L’attacco è stato seguito da una rappresaglia palestinese a Tel Aviv, dove un palestinese ha sparato a diversi israeliani, ferendoli.
Il capo dello Shin Bet sta ora facendo collegamenti tra tutti questi incidenti.
Facendo eco agli avvertimenti di Bar, Ynet ha scritto che il regime d’occupazione israeliano “non si è trovato solo di fronte a crescenti tentativi di terrorismo [Resistenza] palestinese. Deve anche rispondere ad un aumento del terrorismo ebraico, che è visto come ulteriore motivazione per i palestinesi ad agire”.
Rafforzare Hamas e Jihad.
Citando il capo della nota agenzia d’Intelligence israeliana, il giornale ha riferito che, secondo Bar, “il terrorismo ebraico incita il terrorismo palestinese, rafforzando il Jihad islamico e Hamas”.
“Ha anche avvertito che esiste un pericolo crescente che un colono possa essere rapito durante un’incursione in un villaggio palestinese”, ha aggiunto.
L’aumento degli attacchi dei coloni ebrei significa che l’esercito israeliano “è stato distolto da regimi di addestramento critici a causa dell’aumento della violenza che ha richiesto lo schieramento di molte delle sue forze in Cisgiordania”.
“La violenza perpetrata dai coloni danneggia la legittimità dei servizi di sicurezza dell’Autorità Palestinese, che sono tenuti a prendere misure contro le azioni di Hamas e del Jihad islamico in Cisgiordania”, afferma il giornale.
Meno preparati.
Inoltre, “gli interessi dell’Iran sono serviti dalla necessità di Israele di affrontare la violenza in Cisgiordania, a spese di altri fronti, visto che gran parte delle forze militari sono schierate lì”, ha proseguito il rapporto, confermando, secondo Ynet, che “per la prima volta la routine di addestramento delle IDF è stata influenzata, lasciandole meno preparate per la guerra”.
Il numero di attacchi di coloni e militari israeliani è aumentato dall’inizio di gennaio, causando la morte di almeno 207 palestinesi, inclusi bambini e donne.
La violenza è spesso perpetrata congiuntamente o in coordinamento tra l’esercito israeliano e i coloni.
Dei 37 bambini palestinesi uccisi dall’inizio dell’anno, 31 sono stati uccisi in Cisgiordania e sei a Gaza.
Nello stesso periodo, si riporta che sono stati uccisi 27 israeliani.