Il quartiere di Al-Shuja’iya: la porta orientale di Gaza parla di storia e resistenza

Gaza – PIC. Il quartiere di Al-Shuja’iya è l’ingresso della parte orientale della Striscia di Gaza e il più grande tra i suoi quartieri. Si trova a est dell’enclave costiera e funge da fortificazione avanzata di fronte all’occupazione israeliana, che guarda Gaza da dietro la sottile linea di confine.

Le radici di questo quartiere risalgono alle battaglie tra gli Ayyubidi e i Crociati nel 637 dell’Egira/1239 anno domini, dove prende il nome dall’eroe curdo Shujauddin Othman Al-Kurdi, quando i musulmani vinsero una battaglia in quella zona a seguito di quella di Hittin.

Storia di Al-Shuja’iya.

Durante l’epoca Mamelucca, specialmente l’VIII secolo dell’Egira, la città di Gaza era caratterizzata dalla prosperità urbana e dal grande progresso commerciale. Era chiamata “Regno di Gaza” e “Gaza Mahrousa” con Khalil Alzahri che la descrive come “Il Tunnel del Re”.

Secondo lo storico palestinese Salim al-Mubaid, il progresso economico comprendeva il quartiere di Al-Shuja’iya, dove ha avuto luogo l’urbanizzazione. Moschee, bagni e scuole furono stabilite nel quartiere, e sembrava fosse una città indipendente.

Il quartiere ospita la storia e le antichità più preziose di Gaza, poiché è una sede per le vecchie moschee, i cimiteri e i templi. È suddiviso in due sezioni: il Sud, noto come il quartiere turkmeno, con una superficie di 4.016 dunum, e il nord, conosciuto come Ajdida, con una superficie di 4.958 dunum.

Più di 150.000 persone vivono nel quartiere di Al-Shuja’iya, che è più sviluppato di altri quartieri vicini come Al-Daraj, Al-Tuffah e Al-Zaytun, rendendolo il più grande della città di Gaza.

I punti di riferimento di Al-Shuja’iya.

Shujaiya ha il più grande mercato di Gaza, chiamato Suq Al Jum’ah, o il Mercato del Venerdì, ed è situato nella Città Vecchia, dove il venerdì i venditori di pecore e bestiame vendono i loro animali.

Uno dei punti di riferimento più importanti di questo grande quartiere è la Moschea di Ahmed bin Othman, o quello che la gente del quartiere chiama la Grande Moschea, la quale si trova nel cuore del quartiere residenziale e commerciale. Questa moschea ospita la tomba di Yulkhuja, uno dei Mamelucchi del sultano Al-Zaher Barquq.

Questo bellissimo quartiere ha anche altri punti di riferimento storici, come la moschea di Corte, una volta una scuola importante – come sta scritto sopra le pietre della porta settentrionale, ora chiusa.

Tra le moschee ci sono la Moschea di Al-Hawashi, di al-Sayeda Ruqaya, di Ali Ibn Marwan lungo la via Salah al-Din, di Islah, Tariq Ibn Ziyad, di Al-Quzmmari, di Darqutni, di Zu Alnurain e di Ali bin Abi Talib, che fu usata come un hammam, ma non si trova più lì, adesso.

A est del quartiere c’è il cimitero tunisino, o il cimitero di Tiflisi, dove si crede che una delle tombe appartenga a Sansone biblico.

Il quartiere di Al-Shujaiya si affaccia su un’alta collina chiamata Al-Mentar, che lo distingue dal resto della Striscia di Gaza e si trova nell’area orientale. È circa 90 metri sopra il livello del mare, secondo lo storico palestinese Salim al-Mubaid.

Al-Mentar è la più alta collina della Striscia di Gaza, che l’ha resa una posizione militare strategica e un sito chiave per la città di Gaza. Fu occupata dai soldati di Napoleone Bonaparte, e migliaia di soldati alleati furono uccisi nelle vicinanze durante la prima guerra mondiale, quando combattevano le forze ottomane. Furono sepolti nel “Cimitero della prima guerra mondiale” a Gaza.

Al-Mentar ha ricevuto uno status speciale nella città. La collina divenne indipendente dalla città di Gaza, quando i crociati distrussero il muro di Gaza durante le crociate in Palestina.

Il quartiere di Al-Shujaiya è dominato dall’impegno religioso e dalla coesione familiare. I legami tribali (delle qabile) e familiari hanno portato molte famiglie a formare comitati di riconciliazione nel quartiere per risolvere le controversie in tutta la Striscia di Gaza.

Il quartiere di Al-Shujaiya ospita le principali tribù della Striscia di Gaza, in particolare Helis, Jendia, Hasnin, Jaabari, Quriqi, Almghani, Hajjaj e altre decine di famiglie estese.

Una storia di resistenza.

Allo scoppio della prima intifada, il quartiere di Al-Shujaiya fu teatro di un confronto armato tra la resistenza palestinese e l’esercito di occupazione israeliano, e ebbe la quota maggiore di attacchi israeliani fino a oggi.

Al-Shujaiya è caratterizzato dall’unione di tutte le fazioni palestinesi, dove hanno avuto inizio molti gruppi di resistenza. È stato testimone dei primi inizi dell’OLP (Organizzazione per la liberazione della Palestina) e della maggior parte dei movimenti nazionali e islamici.

I leader più importanti di resistenza hanno vissuto nel quartiere di Al-Shujaiya; è stata la dimora del comandante della resistenza, Ahmad al-Jaabari, così come del defunto Um Nidal Farahat e del segretario generale del Jihad islamico palestinese, Ramadan Shallah.

Il quartiere di Al-Shujaiya, la porta orientale della città di Gaza, ha visto le più forti battaglie tra la resistenza palestinese e i soldati israeliani durante le offensive consecutive lanciate da Israele sulla Striscia di Gaza.

Le forze di occupazione israeliane hanno usato un’intensità di fuoco senza precedenti durante l’ultima aggressione, che ha causato centinaia di vittime palestinesi, in seguito all’uccisione di soldati israeliani quando essi hanno tentato di invadere il quartiere. Gli intensi attacchi e bombardamenti hanno seguito anche la cattura di uno dei soldati durante le battaglie nell’estate del 2014.

Domenica 20 luglio 2014 il quartiere fu sottoposto senza preavviso a un cieco bombardamento da parte dell’artiglieria israeliana. Ciò portò alla morte di più di 70 cittadini e a centinaia di feriti.

Il quartiere è meglio conosciuto per la resistenza nella Striscia di Gaza, dove ogni casa ha un martire, un ferito o un prigioniero.

Traduzione di Daniela Caruso