Israele arresta 6 beduini palestinesi con l’accusa di sostenere l’ISIS

Gerusalemme AFP/Ma’an. Israele ha arrestato sei beduini palestinesi del Negev, compresi quattro insegnanti, accusati di appoggiare l’IS, secondo quanto affermato lunedì dal servizio di sicurezza interna di Israele, lo Shin Bet.
I sei uomini, tutti membri della stessa famiglia, sono parenti di due persone che sembrano aver viaggiato verso la Siria per combattere con l’ISIS, secondo i media israeliani.
Circa 30 palestinesi con la cittadinanza israeliana sono partiti verso la Siria per combattere con gruppi di militanti contro il regime del presidente Bashar Assad, nella guerra civile che dura da più di quattro anni, secondo quanto sostengono le autorità israeliane.
Gli uomini si sono riuniti “in segreto per studiare le dottrine dello Stato Islamico”, ha dichiarato l’agenzia d’intelligenza Shin Bet, aggiungendo che loro avevano intenzione di “diffondere l’ideologia del gruppo tra i loro familiari e amici” e che alcuni desideravano viaggiare verso la Siria.
Il servizio di sicurezza non ha dato ulteriori dettagli, neanche le date degli arresti.
Diversi palestinesi con cittadinanza israeliana sono stati arrestati dopo essere ritornati dalla Siria, e condannati per aver tentato di unirsi ai ribelli siriani.
A marzo, l’ISIS ha giustiziato un palestinese che era partito per unirsi a loro, sotto accusa di essere una spia israeliana.
Ci sono circa 1,4 milioni di palestinesi in Israele, poco più del 20% della popolazione nazionale.
Sono discendenti dei 160 mila palestinesi a cui era stato permesso di rimanere nelle loro terre quando Israele fu creato, nel 1948.
A diverse comunità beduine palestinesi nel Negev sono negati i servizi basici, compresa acqua, dalle autorità israeliane, che si rifiutano di riconoscere circa 40 villaggi, affermando che i 53 mila palestinesi che ci vivono non posso dimostrare la proprietà delle terre.
Traduzione di F.H.L.