Pchr e Idmc pubblicano un rapporto sulle violazioni israeliane nelle Aree ad Accesso Limitato

Pchr e Idmc pubblicano un rapporto sulle violazioni israeliane nelle Aree ad Accesso Limitato

È uscito il 1 febbraio a Londra il rapporto “Under Fire”, pubblicato dal Centro Palestinese per i Diritti Umani (Pchr) e dal Centro di Monitoraggio dei Profughi Interni  (Idmc). Il rapporto riguarda le violazioni israeliane nelle Aree ad Accesso Limitato (Ara) nella Striscia di Gaza: sottolinea le sofferenze sperimentate dai civili, dai contadini e dai pescatori a causa delle restrizioni imposte alla libertà di movimento in queste aree, le frequenti sparatorie ai civili con vere munizioni, le demolizioni di case e le restrizioni imposte sulle aree di pesca. Il report è stato pubblicato a Londra; l’avvocato Raji Sourani, direttore del Pchr, ha partecipato all’evento via Skype.

Il rapporto rivela gli impatti negativi dell’Area ad Accesso Limitato lungo il confine, a terra e in mare. Sottolinea l’impossibilità per i contadini di accedere alle proprie terre, che ammontano a 62,6 km2, ovvero il 35% delle terre agricole nella Striscia di Gaza e il 17% dell’intera superficie della Striscia. Affronta inoltre il mancato riconoscimento israeliano al diritto alla pesca nell’85% dell’area concordata negli Accordi di Oslo.

Vengono forniti dati e statistiche sulle perdite di vite e di proprietà causate dalle pratiche israeliane nell’area. Il rapporto affronta poi le perdite finanziarie ed economiche che affliggono i civili, i contadini e i pescatori, che ulteriormente esacerbate dall’embargo. Il rapporto indica come l’accordo del 2002 per il cessate il fuoco tra Israele e Hamas non abbia aiutato a modificare la situazione dell’area.

Il rapporto richiama l’attenzione sul fatto che le forze israeliane usino munizioni vere quando puntano ai civili nell’Area ad Accesso Limitato, senza prendere in considerazione i principi di distinzione e di proporzionalità, il che viene considerato una grave infrazione della Quarta Convenzione di Ginevra. Il rapporto enfatizza il fatto che Israele non rispetti gli standard internazionali riguardanti l’uso della forza e, in molti casi, ricorra direttamente all’uso di forza letale.

Infine, il report mette in luce il fatto che molte associazioni umanitarie non riescano a comprendere la vera natura delle sofferenze nei residenti dell’area. Queste associazioni si concentrano maggiormente nel trovare rifugio ai residenti le cui case sono state demolite, senza prestare attenzione alle reali perdite (casa e sostentamento) o affrontare la causa soggiacente: la politica  imposta dalle autorità israeliane sulle Aree ad Accesso Limitato.

Il rapporto si conclude con numerose raccomandazioni all’indirizzo di Israele, dell’Autorità Palestinese e della comunità internazionale:

  1. sollevare l’embargo imposto sulla Striscia di Gaza, in quanto viene considerata una punizione collettiva contro i civili palestinesi;
  2. rispettare le leggi umanitarie internazionali e non usare forza letale contro i civili palestinesi;
  3. fermare immediatamente le sparatorie ai contadini e ai pescatori nelle Aree ad Accesso Limitato;
  4. permettere agli abitanti dell’Ara di tornare alle loro proprietà immediatamente e di rimuovere tutti gli ostacoli per ottenerlo;
  5. fermare l’Area ad Accesso Limitato marina e permettere la pesca rispettando gli Accordi di Oslo;
  6. permettere le esportazioni e le importazioni da e per i territori palestinesi;
  7. fare in modo che i funzionari israeliani rendano conto delle violazioni del diritto internazionale;
  8. dirigere gli aiuti internazionali per le Aree ad Accesso Limitato;
  9. obbligare Israele a rispettare il diritto internazionale.

Il rapporto è disponibile online: http://www.pchrgaza.org/files/2014/palestine-under-fire-report-en.pdf

Traduzione di Elisa Proserpio