Striscia di Gaza, il 40% dei casi di malattia è dovuto all’inquinamento idrico

Abu Duqqa PoolGaza-Quds Press. Secondo un esperto ambientale palestinese, il problema delle acque rappresenta una delle più importanti sfide che minacciano l’incolumità del popolo palestinese, dato che il settore idrico fa fronte a gravi crisi ed è sottoposto a continui colpi a causa delle politiche adottate dall’occupazione israeliana.

Il direttore del Dipartimento delle acque e dell’ambiente della Striscia di Gaza, Adnan Ayesh, ha aggiunto che le ripercussioni della crescente crisi idrica aumentano a ogni nuova aggressione israeliana, e che qualsiasi rinvio per risolvere il problema porterà a un ulteriore deterioramento della situazione. A causa dell’inquinamento delle acque, la sicurezza idrica viene a mancare, provocando numerosi casi di malattie gravi come il cancro, l’insufficienza renale, anemia e altre.

Fa notare, inoltre, che le stime delle autorità idriche indicano che circa il 40% dei casi di malattie nella Striscia di Gaza è riconducibile, in un modo o nell’altro, all’inquinamento dell’acqua potabile.

In un comunicato stampa, diramato giovedì 23 ottobre, lo stesso Ayesh ha ribadito che gli enti competenti devono assumersi le proprie responsabilità, e ha sottolineato l’importanza del monitoraggio degli impianti commerciali di dissalazione e il follow-up dei distributori d’acqua per i cittadini. Ha indicato, infine, che secondo un precedente studio condotto dal Dipartimento in collaborazione con l’UNICEF, il 73% di quelle acque è biologicamente contaminato e il 95% non è potabile.

Traduzione di Patrizia Stellato