Ufficiale palestinese condannato ad un anno di carcere per aver criticato Abbas

393946CRamallah-Ma’an. Un tribunale militare palestinese a Ramallah ha condannato un ufficiale palestinese ad un anno di carcere, e ha sospeso i suoi gradi militari, per aver scritto un post sui social media che criticava il presidente palestinese Mahmoud Abbas per aver partecipato al funerale dell’ex-presidente israeliano Shimon Peres.

La sentenza di Osama Mansour necessita dell’approvazione definitiva di Abbas, ha dichiarato il figlio, aggiungendo che l’ordine è stato emesso mentre l’avvocato del padre si trovava all’estero.

Mansour è stato condannato per “aver disobbedito agli ordini” dopo essere stato arrestato il 1° ottobre per aver pubblicato un post sul suo profilo Facebook chiedendo che Abbas riconsiderasse la sua decisione di partecipare al funerale di Peres.

Mansour, conosciuto anche col nome di Abu Arab, ha prestato servizio come direttore delle relazioni pubbliche e dei media presso il collegamento militare palestinese, un’unità delle forze palestinesi che è responsabile del coordinamento per la sicurezza con Israele.

Nel suo post, Mansour ha sottolineato l’ironia del fatto che Abbas abbia porto le proprie condoglianze per la morte di Peres – “il fondatore delle attività per le colonie” – nonostante il presidente palestinese abbia ripetutamente condannato l’espansione delle colonie illegali israeliane.

“Che (Peres) sia stato o meno un terrorista, che abbia o meno inventato la pratica del rompere le ossa durante la prima Intifada, che sia stato coinvolto o no nel massacro del campo rifugiati di Jenin, nel massacro del quartiere al-Yasmin di Nablus, o nel massacro di Qana – chi è lui perché tu debba partecipare al funerale quando la maggioranza della gente che tu rappresenti si oppone?”, era scritto nel post.

“Non ci dovrebbero essere relazioni personali o amichevoli con l’occupante, dal momento che loro continuano le politiche aggressive nei confronti della nostra gente”.

L’Autorità Palestinese (ANP) è finita sotto tiro per il giro di vite imposto ai Palestinesi che vivono nei territori occupati e che criticano il governo palestinese.

In agosto, la Ong internazionale Human Rights Watch (HRW) pubblicò un rapporto che rivelava, in particolare, che le forze di sicurezza palestinesi in Cisgiordania avevano arrestato attivisti e musicisti rap per aver criticato l’Autorità Palestinese a causa della ben nota cooperazione per la sicurezza con Israele, accusando di corruzione, allo stesso tempo, anche il governo.

Il gruppo ha dichiarato che le recenti violazioni di libertà di parola fanno parte di un programma più ampio delle autorità palestinesi che è stato documentato negli ultimi cinque anni.

“In un momento nel quale molti Palestinesi stanno criticando i loro leader, i giri di vite hanno un effetto congelante sul pubblico dibattito nei tradizionali media di notizie, e sui social media”, è scritto nel rapporto.

Nonostante le violazioni della libertà di stampa da parte delle autorità palestinesi siano diminuite e siano meno gravi di quelle commesse dalle autorità israeliane, l’osservatorio MADA per la libertà di stampa palestinese ha rilevato in un recente rapporto che, come risultato diretto delle violazioni da parte delle autorità palestinesi, i giornalisti palestinesi e gli operatori dei media “evitano di affrontare molti problemi” e praticano l’autocensura.

Traduzione di Aisha Tiziana Bravi