Ramallah-Wafa. Mentre i Palestinesi in tutto il mondo lunedì 15 maggio commemoreranno i 69 anni della Nakba – il termine che essi utilizzano per lo sradicamento dalle loro case e terre in Palestina, e la conseguente dispersione -, il numero di rifugiati palestinesi costretti a lasciare le loro case è cresciuto, negli anni, da 800 mila (o quasi due terzi della popolazione), nel 1948, ai 5,6 milioni nel 2016 (il 42 per cento della popolazione totale in Palestina), secondo quanto ha reso noto giovedì 11 maggio il Palestinian Central Bureau of Statistics (PCBS).
In un report sulla situazione dei Palestinesi nel mondo, in occasione dell’anniversario della Nakba, il direttore del PCBS, Ola Awad, ha scritto che mentre un milione e 400 mila Palestinesi vivevano in 1.300 tra città e cittadine palestinesi nella Palestina storica, nel 1948, oltre 800 mila furono strappati dalle loro case e terre e dislocati in Cisgiordania e Striscia di Gaza, nei Paesi arabi confinanti e in altri stati del mondo.
Migliaia di Palestinesi furono sradicati dalle loro case ma rimasero dentro i Territori del 1948 controllati da Israele.
Ola Awad ha affermato che, durante la Nakba, le forze sioniste presero il controllo di 774 città e cittadine e ne distrussero 531 altre. Le atrocità sioniste inclusero oltre 70 massacri in cui 15.000 Palestinesi furono uccisi.
Awad ha aggiunto che la popolazione palestinese totale mondiale, alla fine del 2016, era di 12,7 milioni di persone.
I dati statistici mostrano anche che i rifugiati costituiscono circa il 42% della popolazione palestinese in Palestina. Le cifre registrate dall’UNRWA mostrano che i rifugiati palestinesi, all’inizio del 2016 erano circa 5,6 milioni. Circa il 29% dei rifugiati palestinesi registrati vive in 58 campi profughi, 10 dei quali si trovano in Giordania, 9 in Siria, 12 in Libano, 19 in Cisgiordania e 8 nella Striscia di Gaza.
Queste cifre sono in difetto in quanto non tengono conto della presenza dei rifugiati non-registrati e non includono i Palestinesi dislocati tra il 1949 e il 1967 (guerra dei Sei Giorni), e neanche i non-rifugiati che lasciarono la Palestina o furono espulsi come risultato della guerra del 1967.
Il numero dei Palestinesi che rimasero nella loro terra nei Territori del 1948 dopo la Nakba era di circa 154.000 persone, tuttavia, stime del 2016 mostrano che è salito a 1,5 milioni, la maggioranza dei quali sono giovani, come in tutta la società palestinese nel suo insieme.
Alla fine del 2016, il numero di Palestinesi in Palestina era stimato intorno ai 4,8 milioni: 2,9 in Cisgiordania e 1,9 nella Striscia di Gaza; nel governatorato di Gerusalemme era di 432.000, il 62% dei quali vive in aree di Gerusalemme annesse con la forza da Israele nel 1967.
La densità di popolazione in Palestina, alla fine del 2016, era di 811 persone per km²: 526 per km² in Cisgiordania e 5.239 km² nella Striscia di Gaza.
Alla fine del 2015 c’erano 413 progetti di costruzione coloniale israeliana in Cisgiordania, comprese 150 colonie e 119 avamposti. Inoltre, circa il 48% delle aree occupate dagli insediamenti israeliane è localizzata in terreni di proprietà privata di cittadini palestinesi.