Abbas dichiarerà la fine del secondo accordo di Oslo all’Assemblea generale dell’ONU

 

336680CBetlemme – Ma’an. Domenica un funzionario dell’Olp ha riferito che il presidente Mahmoud Abbas annuncerà, durante la prossima Assemblea generale dell’Onu, che la leadership palestinese non è più legata agli accordi di Oslo a causa del mancato rispetto israeliano dell’accordo del 1993.

Ahmad Majdalani, membro del comitato esecutivo dell’Olp, ha riferito a Ma’an che la decisione di non rispettare più l’accordo è stata redatta da un comitato preparatorio per la prossima riunione del Consiglio nazionale palestinese (PNC) e probabilmente verrà approvata durante la sessione prevista per il 14–15 settembre.

La decisione è basata sugli accordi raggiunti dalle fazioni dell’Olp durante i precedenti incontri del Consiglio centrale.

“La leadership palestinese ha deciso di chiudere l’accordo interinale sulla Cisgiordania e sulla Striscia di Gaza noto come secondo accordo di Oslo, che era stato firmato a Taba il 28 settembre 1995”, ha dichiarato Majdalani.

“Alla luce della mancanza di impegno da parte di Israele, la leadership palestinese ha deciso di non essere più vincolata all’accordo e il presidente Abbas lo annuncerà dinanzi all’Assemblea generale dell’Onu”.

Le future azioni saranno preparate da un comitato del PNC, ha aggiunto, senza fornire ulteriori dettagli.

Il funzionario non ha fornito indicazioni di ciò che sarà del coordinamento di sicurezza fra l’Anp e Israele, un requisito fondamentale di Oslo, anche se ha riferito che la leadership a Ramallah ha deciso di rendere il PNC un parlamento palestinese e il comitato esecutivo dell’Olp un governo palestinese.

Gli accordi di Oslo hanno costituito la prima volta in cui Israele e l’OLP si sono riconosciuti ufficialmente fra loro e hanno stipulato la creazione di un governo palestinese ad interim – l’Autorità palestinese – per negoziare un quadro per il pieno ritiro israeliano dalla Cisgiordania entro il 1998.

Tutte le questioni fondamentali relative allo status finale, ossia Gerusalemme, i confini, le colonie, i rifugiati, dovevano essere discusse dopo il periodo ad interim di cinque anni.

Il secondo accordo di Oslo ha creato le aree A, B e C nella Cisgiordania occupata.

Sabato il funzionario ha visitato la Siria per incontrarsi con le fazioni palestinesi che non sono membri dell’Olp e spiegare le motivazioni della prossima riunione, dicendo che la sessione sfiderà l’occupazione israeliana e che è una risposta ai presunti colloqui di Hamas con Israele “a scapito della riconciliazione interna”.

Ha aggiunto che circa 26 partecipanti della Siria prenderanno parte alla riunione del PNC.

Il comando generale del Fronte popolare per la liberazione della Palestina e le Forze di liberazione popolare hanno dichiarato che boicotteranno la riunione, “ma non prenderanno posizioni severe contro le decisioni che emergeranno”.