Betlemme – Ma’an. “L’autorità palestinese sta pensando di rivedere gli accordi di sicurezza, politici ed economici, con Israele nei prossimi giorni”, ha detto un funzionario dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) domenica scorsa.
Dopo colloqui esplorativi con Israele conclusi senza un accordo, il Comitato esecutivo dell’Olp ha accettato di prendere un certo numero di misure per uscire dall’attuale situazione di stallo.
Funzionari dell’Olp contestano il fatto di non poter iniziare i negoziati mentre Israele costruisce gli insediamenti su terreni utili allo Stato palestinese.
L’Autorità palestinese (Anp) aveva lamentato l’approvazione, da parte di Israele, di 500 nuovi insediamenti, e quella retroattiva di oltre 200 nella Cisgiordania settentrionale, la scorsa settimana, definendole “un’ indicazione precisa della politica di Israele per continuare a occupare la Cisgiordania”.
In un’intervista al canale egiziano CBC, venerdì, il presidente Mahmoud ‘Abbas aveva detto che l’Anp avrebbe dovuto prendere una decisione “importante” entro 10 giorni, in risposta al fallimento dei colloqui.
Uno dei membri del Comitato esecutivo dell’Olp, Hanna Amira, ha riferito all’agenzia palestinese Ma’an che l’Anp riconsidererà la sua collaborazione con Israele e riattiverà la resistenza popolare contro l’occupazione israeliana, e che valuterà anche la possibilità di portare il caso davanti al Consiglio di Sicurezza e all”Assemblea generale Onu.
“Tutte le alternative sono aperte in futuro, ma questo non significa necessariamente lo scioglimento dell’Anp”, ha aggiunto, riferendosi alle minacce passate di scioglimento del governo palestinese.
Qaiys ‘Abdel Karim, membro del Fronte Democratico di liberazione della Palestina (FdlP), ha detto, ancora a Ma’an, che le misure di Abbas non rompono gli accordi, ma ne rivalutano i termini.
“Il governo israeliano ha voltato le spalle agli accordi e continua a imporre fatti sul campo attraverso l’espansione degli insediamenti e l’ebraicizzazione di al-Quds (Gerusalemme)… tutto questo non può continuare”.
Senza alcun colloquio all’orizzonte, l’Anp non può continuare a svolgere le sue funzioni, ha aggiunto ‘Abdel Karim.
Il governo dell’Anp ha avuto giurisdizione temporanea all’interno delle aree limitate dell’autogoverno negli accordi di Oslo del 1993.
Le misure intendono far pressione sulla comunità internazionale per far fronte ai suoi obblighi nel processo di pace, e spingere Israele ad aderire agli accordi internazionali, ha sottolineato ‘Abdel Karim.
“In caso contrario, non saremo responsabili per la tensione e l’instabilità se Israele continua a negarci i nostri diritti”, ha aggiunto.
“Nessun’altra risposta israeliana a queste mosse potrebbe ulteriormente peggiorare la situazione”, secondo il funzionario del FdlP.
Israele ha congelato il trasferimento delle entrate fiscali all’Anp – raccolte da Israele per conto del governo palestinese nell’ambito di accordi internazionali – due volte nel 2011, e questo in ritorsione alla scelta della leadership palestinese di porre fine ai quattro anni di divisioni.
“La Lega Araba ha largamente accettato i piani palestinesi e proteggerà l’Anp finanziariamente se Israele tratterrà ancora le tasse”, ha aggiunto ‘Abdel Karim.
Per Amira, invece, “i funzionari palestinesi si aspettano poco sostegno dalla Lega Araba e dai Paesi arabi concentrati sulla situazione in Siria”.