Detenuti amministrativi palestinesi continuano il boicottaggio dei Tribunali israeliani

Quds Press. Da quasi due settimane, i prigionieri amministrativi palestinesi nelle prigioni dell’occupazione continuano il loro boicottaggio contro i tribunali israeliani.

Sabato 8 gennaio, l’Ufficio di informazione sui prigionieri (un ente non governativo) ha affermato che “il boicottaggio è finalizzato all’annullamento delle procedure di detenzione amministrativa, usando lo slogan: la nostra decisione si chiama libertà”.

Il 1° gennaio i prigionieri amministrativi palestinesi avevano annunciato di aver preso “una posizione nazionale e collettiva riguardo a un boicottaggio di massa, definitivo e senza precedenti, contro tutte le procedure giudiziarie relative alla detenzione amministrativa, compreso il riesame giudiziario, l’appello e la cassazione”.

Inoltre hanno confermato in una precedente dichiarazione: “I prigionieri in detenzione amministrativa non faranno parte di questa farsa, che ha come reale obbiettivo l’incarcerazione dei detenuti a tempo indeterminato senza processo, cosicché l’unico vero beneficiario ovviamente è l’occupazione e i suoi servizi di sicurezza, in particolare il servizio di intelligence interna, lo Shin Bet”.

È importante ricordare che le autorità di occupazione hanno la consuetudine di detenere centinaia di palestinesi, senza accuse o processi legali, inizialmente per un periodo fino a 6 mesi, che in seguito può essere prolungato per un tempo illimitato, e tutto ciò viene approvato solo tramite un’ordinanza amministrativa, senza una sentenza vera e propria da parte di un tribunale.

E nelle carceri israeliane ad oggi sono presenti, secondo i dati ufficiali palestinesi, circa 5300 prigionieri palestinesi, di cui 40 donne, 250 bambini e circa 520 detenuti amministrativi.

Traduzione per InfoPal di G.B.