Haniyeh ha spiegato che le continue visite, effettuate dai leader palestinesi e arabi, sostengono i diritti imprescindibili del popolo palestinese, e in testa il diritto al ritorno.
Egli ha aggiunto: “Pochi giorni fa, Gaza ha accolto Khaled Mesha’al e la delegazione a seguito, e oggi essa riceve Osama Hamdan, tutto ciò conferma ancora l’attaccamento del popolo e del governo di Gaza al diritto di ritorno”.
Il premier palestinese ha aggiunto: “L’accoglienza di questi leader a Gaza accentua la vittoria che Dio ci ha concesso, inoltre queste visite confermano l’unità del popolo palestinese, sia quello residente all’interno che all’estero, perché abbiamo lo stesso destino e lavoriamo tutti per ottenere i nostri diritti”. Egli ha anche sottolineato il ruolo dei campi profughi palestinesi nei paesi della diaspora, “che hanno appoggiato la scelta della lotta armata, e contribuito con molti martiri”.
Haniyeh ha proseguito: “Siamo un solo popolo, nonostante la lontananza, nello spazio e nel tempo”, spiegando che le visite alla Striscia di Gaza “confermano che Hamas è un movimento unito, cui cuori dei leader e sostenitori sono congiunti, esso è proprio come un uccello che necessita di entrambe le ali per volare, il popolo che risiede all’interno dei territori palestinesi non può rinunciare a quello dell’estero, e vice versa”.
Il capo del governo di Gaza ha aggiunto: “Dio ha voluto che Hamdan ci raggiungesse mentre incombe l’anniversario dell’assassinio di Mohammed al-Mabhuh, leader e combattente di Hamas, avvenuto all’estero per mano del Mossad e di coloro che hanno agevolato questo crimine”.
Egli ha osservato: “Ciò dimostra che il movimento di resistenza è attivo, in tutto il mondo, per raggiungere la liberazione della Palestina, e rivela, allo stesso tempo, che l’occupazione è impegnata a colpire il movimento ovunque”. Haniyeh ha voluto sottolineare che “il sangue dei martiri non andrà invano, e Hamas non può dimenticare ciò, esso rimarrà finché non abbiamo liberato la Palestina e vendicato i nostri martiri, questa è la nostra promessa a Dio, ed il nostro impegno nei confronti del popolo palestinese”.
Haniyeh ha sottolineato che la grande accoglienza riservata a Hamdan “è una dimostrazione di amore lealtà, e un invito a tutti per visitare la Palestina e la Striscia di Gaza, assediata ma libera, nella sua volontà e decisioni”, aggiungendo che i leader palestinesi “non hanno bisogno di ottenere il permesso degli Usa o dei sionisti per visitare la Palestina”.
Egli ha rinnovato il suo invito a tutti i leader di visitare la Palestina attraverso il valico di Gaza, per ribadire il loro attaccamento ai diritti e le costanti nazionali, auspicando che il popolo palestinese possa tornare nella propria terra e vivere nello Stato della Palestina, con Gerusalemme capitale.
Dal canto suo, Hamdan ha espresso la sua gioia “per aver visitato la propria patria e incontrato i suoi fratelli, dopo la vittoria”, ringraziando Dio che ha reso ciò possibile, e attribuendo il merito alla fermezza e la resistenza del popolo palestinese.
Egli ha ricordato “i martiri che hanno sacrificato le proprie vite per la causa e la fede”, aggiungendo che la sua visita “nonostante fosse avvenuta dopo un lunghissimo tempo, arriva proprio per stare tra la sua gente, e imparare dalla fermezza del popolo palestinese”.
Hamdan ha auspicato che “quella di oggi sia il preludio ad una serie di altre visite”, esprimendo profonda gratitudine al popolo palestinese e ad Haniyeh per la calda accoglienza, e sottolineando “gli evidenti sentimenti di amore e fratellanza” dimostrati nei suoi confronti.
Foto: Pal.info