Egitto: orchestra israeliana realizza performance nelle piramidi durante l’anniversario della Nakba

Il Cairo – MEMO. La scorsa settimana un’orchestra israeliana si è esibita vicino alle piramidi egiziane, nella periferia del Cairo, per celebrare il Giorno dell’Indipendenza dello stato d’occupazione. Secondo il Jerusalem Post, l’ambasciata israeliana nella capitale egiziana ha organizzato lo spettacolo di Firqat Alnoor, il primo del gruppo al Cairo in 40 anni, che ha suonato classici egiziani degli anni ’50 e ’60.

“Eventi come questi esprimono il modo in cui le parole pace e stabilità, che i diplomatici usano così spesso, possono trasformarsi in realtà pratica”, ha affermato l’ambasciatrice israeliana Amira Oron. “Ogni giorno, il personale dell’ambasciata israeliana al Cairo crea più pace”.

In risposta, la performance è stata descritta sui social media come un “tradimento guidato dal perfido sovrano egiziano [Abdel-Fattah] al-Sisi, che ha aperto le sue porte all’occupazione israeliana”. Un altro critico ha scritto su Twitter: “Un giornalista israeliano una volta ha detto che Sisi è più sionista degli israeliani. Non ha torto”.

Dopo anni di conflitto iniziati nel 1948, l’Egitto è stata la prima nazione araba a negoziare un accordo di pace con Israele nel 1979. Dopo l’Egitto è arrivata la Giordania, nel 1994, prima che nel settembre del 2020 gli Emirati Arabi Uniti e Israele firmassero un accordo sponsorizzato dagli Stati Uniti per normalizzare le loro relazioni. Altri tre stati arabi – Bahrain, Marocco e Sudan – si sono uniti agli Emirati Arabi Uniti nella controversa mossa che è diventata nota come “Accordi di Abraham”. Da allora, gli accordi di normalizzazione sono stati condannati diffusamente da parte dei palestinesi, i quali affermano che questi ignorano i loro diritti e non servono la loro causa.

Nel frattempo, i palestinesi della Cisgiordania occupata e di Gerusalemme stanno commemorando il 74° anniversario dell’inizio della Nakba, la catastrofe, la pulizia etnica in corso in Palestina e la creazione dello stato sionista di Israele da parte di bande terroristiche aiutate dalle autorità del mandato britannico. Più di 750 mila palestinesi vennero cacciati dalle loro case e dalle loro cittadine sotto la minaccia delle armi. Da allora, almeno 500 città e cittadine palestinesi sono state rase al suolo da Israele, nel tentativo di ebraicizzare la Palestina storica.

Con oltre 15 mila palestinesi uccisi durante la Nakba, i rifugiati sono fuggiti in Cisgiordania, nella Striscia di Gaza e nei paesi arabi vicini. A loro ed i loro discendenti non è mai stato permesso di adempiere al diritto di tornare nella loro terra.