Gaza firma una tregua dopo due giorni di violenza

Gerusalemme-Ma’an/AFP. La tregua dichiarata dai militanti di Gaza sembrava essere ampiamente rispettata, venerdì, con la segnalazione da parte dei militari israeliani di un solo razzo, dopo due giorni di violenza continua.

“Pochi secondi fa è stato lanciato un altro razzo”, ha detto un comunicato dell’esercito alle 11:47.

Una portavoce ha detto alla AFP che questo era stato il primo a colpire Israele in più di 12 ore.

E’ stato il sesto a essere lanciato dal momento in cui il Jihad islamico, giovedì, aveva dichiarato che una tregua egiziana, al confine tra Israele e Gaza, era stata ripristinata dopo che gli aerei da guerra israeliani avevano attaccato il territorio, in risposta ad una raffica di razzi da parte dei suoi militanti.

La tregua, che doveva terminare giovedì alle 12:00, è stata messa alla prova quando l’esercito israeliano ha risposto, ore più tardi, con un ulteriore lancio di razzi da Gaza e altri attacchi aerei di rappresaglia durante l’arco di una seconda notte.

“Gli aeromobili delle Forze Armate israeliane hanno preso come bersaglio quattro siti nel sud della Striscia di Gaza e altri tre nel nord”, questa la dichiarazione rilasciata da un militare, verso la mezzanotte.

Testimoni e funzionari della sicurezza palestinese hanno riferito che gli obiettivi includevano strutture vicino a Gaza City utilizzati dall’ala militare Hamas di Gaza.

L’aviazione israeliana ha colpito anche una base, tra le più forti, del Comitato di Resistenza Popolare nella città meridionale di Rafah.

L’esercito ha affermato che cinque razzi hanno colpito il territorio israeliano, giovedì sera. Altri due sono stati intercettati dal sistema di difesa aerea “Iron Dome” di Israele.

Altri tre razzi erano stati lanciati durante la mattina, prima dell’annuncio della rinnovata tregua.

Mercoledì scorso, almeno 60 razzi hanno colpito Israele e gli aerei da guerra israeliani hanno martellato Gaza in risposta, nel peggior conflitto, in quella zona, da quell’ultimo, perpetuatosi per otto giorni, tra Israele e Hamas a novembre 2012 .

Nessuna delle due parti ha riportato vittime.

L’ultimo scontro è iniziato martedì, quando i militanti del Jihad islamico hanno sparato un colpo di mortaio contro le truppe israeliane che cercavano di entrare nella parte sud di Gaza, provocando un attacco aereo che ha ucciso tre di loro.

Per rappresaglia, il braccio armato del Jihad islamico, le Brigate Al- Quds, ha lanciato una raffica coordinata di razzi contro il sud di Israele, mercoledì, che è proseguita durante tutta la notte, arrivando ad un numero di 130.

“Nulla è davvero finito”.

Israele ha risposto colpendo 29 obiettivi in tutta Gaza, quella notte, tra cui le basi del Jihad islamico e Hamas. Altri sette attacchi aerei, giovedì mattina, e altri sette intorno alla mezzanotte.

Gli analisti hanno detto che Israele non era interessata ad un importante confronto, ma alcuni hanno predetto che il prossimo attacco sarebbe solo una questione di tempo.

“Un fuoco di decine di razzi e colpi di mortaio è un evento irregolare”, ha scritto l’analista di difesa Alex Fishman sul quotidiano Yediot Aharonot.

“Quella che era iniziata come una campagna di vendetta e di deterrenza si è evoluta in un tentativo pericoloso da parte dei leader del Jihad islamico al fine di impostare una linea forte di demarcazione, ciò significa che ogni uccisione di un terrorista, d’ora in poi, verrà risolta con il fuoco”.

“Questa è una formula che potrebbe essere messa alla prova molto presto, forse anche la prossima settimana, e così nulla è davvero finito”.

Traduzione di Anthea Favoriti