Giornata del prigioniero palestinese: Israele promette pene ‘esemplari e senza precedenti’

Ramallah – InfoPal. Samir Abu Sir, ex detenuto gerosolimitano, rilasciato nell’accordo di scambio e deportato a Gaza, ha salutato lo sciopero della fame generale indetto da detenuti e prigionieri palestinesi di tutte le fazioni politiche.

Abu Sir ha commentato il documento scritto dai prigionieri alla vigilia dello sciopero che inizia oggi, Giornata del prigioniero palestinese: “La loro fermezza rivela il grado di consapevolezza della legittimità della loro lotta, della nostra lotta. Essi sanno che la loro azione è già espressione della vittoria, quella nazionale certo, perché l’affare delle detenzioni è una lenta emorragia, che tale sciopero mira a tamponare.

“Il popolo è al fianco dei detenuti ogni giorno di questa lotta e qualunque sarà la loro scelta e tipologia di lotta, il popolo li sosterrà sempre, perché le loro decisioni sono di ordine pubblica e costituiscono il nucleo della questione”.

In un comunicato stampa, le fazioni palestinesi hanno confermato la portata generale dello sciopero denominato “Dignità”, per il rispetto delle richieste dei detenuti e per condannare le pratiche dell’occupazione israeliana contro l’intero popolo palestinese: confische e deportazioni, arresti e assalti, privazione dei diritti fondamentali, quello alla vita anzitutto.

Insieme ai palestinesi, anche alcuni detenuti giordani proclamano lo sciopero della fame, in solidarietà alla causa di liberazione dei palestinesi, ma anche contro il divieto di visita dei loro familiari, imposto da Israele.
I giordani in sciopero sono: Eiyad Abu Khadir, condannato a 9 anni, Riyad Saleh e Ahmed Kharis, entrambi condannati a 17 anni di prigione.

I prigionieri palestinesi chiedono l’abolizione del pacchetto di Leggi “Shalit”, volte a inasprire le pene e le forme di repressione. Le leggi della repressione vengono estese ai loro familiari in forma di ritorsione e alla popolazione tutta in forma di punizione collettiva.

Essi chiedono il ripristino dei diritti fondamentali all’interno delle prigioni: il diritto allo studio, la fine del divieto di visita, in vigore assoluto per i palestinesi provenienti da Gaza, la fine della repressione e delle misure aggressive con i frequenti raid nelle celle, la fine delle detenzioni amministrative e di quelle in isolamento.

La prima reazione di Israele “Contro lo sciopero, adotteremo misure ‘esemplari e senza precedenti'”. Tadamon Fondazione per i Diritti Umani fa sapere che un gruppo di funzionari dell’amministrazione carceraia ha deciso di sedere insieme ad alcuni leaer dei prigionieri, in rappresentanza di tutte le fazioni.

Tuttavia, già trapela che negli incontri attesi nelle prigioni di ‘Ofer, Eishel, Raymon, Nafhah Israele ha dato chiare disposizioni: “Non ascoltare le richieste dei detenuti, quanto comunicare loro che, qualora dovessero avviare uno sciopero prolungato, l’amministrazione carceraria si riserva di adottare misure punitive ullteriori, ‘esemplari e senza precedenti’”.

I detenuti palestinesi hanno già risposto: “La morte sarebbero più generosa con noi rispetto al trattamento disumano a cui Israele ci sottopone”.