Il Qatar apre a Gaza ospedale specializzato in protesi elettroniche

Gaza – The New Arab. Domenica, l’ospedale Sheikh Hamad Bin Khalifa al-Thani di Gaza per la riabilitazione e le protesi ha realizzato un workshop per fornire protesi elettroniche ai palestinesi disabili a Gaza.

Alla presenza di Mohammed al-Emadi, capo del Comitato del Qatar per la ricostruzione di Gaza e di Sultan al-Asiri, rappresentante del Qatar Fund for Development, l’ospedale ha annunciato in conferenza stampa che il nuovo progetto medico ha completato la sua prima fase d’installazione delle protesi elettroniche per i pazienti.

“Trarranno beneficio dal workshop circa 40 palestinesi della Striscia di Gaza, su 60 casi che ne necessitano. Il medico inizierà a lavorare con 20 casi, per poi completare la seconda fase con altri 20 casi, dopo l’Eid al-Fitr“, ha osservato il funzionario del Qatar.

“Queste mani elettroniche sono controllate dal cervello e imitano il lavoro degli arti naturali”, ha detto al-Asiri, aggiungendo che questo tipo di progetti medici “danno speranza alle giovani generazioni e ai bambini di Gaza amputati e ristabiliranno un livello di normalità nelle loro vita, oltre a facilitarne l’integrazione nella società”.

Fatima al-Nimr, una donna di 31 anni di Gaza, è una delle pazienti che hanno ricevuto recentemente una protesi elettronica, dopo nove anni di difficoltà da quando ha dovuto amputare la mano sinistra a causa di un grave incidente stradale.

“Indossavo una mano protesica cosmetica per evitare gli sguardi delle persone sulla parte mancante del mio corpo […] ma oggi sarò in grado di muovere la mia mano protesica e [usarla per] stringere tutto ciò che voglio”, ha dichiarato al-Nimr al The New Arab, mentre continuava a mostrare come stava muovendo la sua mano protesica, controllando i nervi.

“Sono davvero felice di questa mano. È naturale e mi aiuterà a vivere la mia vita normalmente, soprattutto perché sarò in grado di tenere le cose e usarla come se fosse una mano naturale”, ha aggiunto.

Mohammed Abed, un altro paziente che ha beneficiato del progetto medico, ha espresso la propria gioia per il fatto di avere una mano protesica elettronica dopo aver sofferto per più di tre anni.

Nel 2018, Abed perse la mano mentre partecipava alla Grande Marcia del Ritorno, luogo lungo il confine orientale di Khan Yunis, quando un cecchino israeliano lo colpì.

“Dopo aver perso la mano, mi sono sentito impotente e incapace di continuare la mia vita”, ha dichiarato l’uomo di 29 anni al The New Arab. “Ho perso il mio lavoro di falegnameria e sono diventato disoccupato e dipendente dalla mia famiglia di 10 persone”.

“Ho dovuto indossare una mano protesica cosmetica, ma non mi ha aiutato. Oggi potrò usare la mia mano protesica elettronica”, ha aggiunto.

Sia al-Nimr che Abed hanno affermato che l’installazione di tali “arti superiori elettronici” risparmierà loro i costi di viaggio e le costose cure mediche al di fuori della Striscia di Gaza.

Secondo le statistiche pubblicate dalla Rehabilitation and Social Training Association con sede a Gaza, organizzazione civile palestinese che si occupa di persone con disabilità, si stima che circa 48 mila persone che attualmente vivono nella Striscia di Gaza abbiano disabilità che coinvolgono le loro estremità: circa il 2,4% della popolazione locale totale.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.