Memo. L’ex capo del Mossad, Shabtai Shavit, ha dichiarato che le operazioni israeliane a Gaza non raggiungeranno gli obiettivi prefissati contro Hamas e che Israele dovrebbe lavorare a una tregua a lungo termine con il movimento.
Nel corso di un’intervista rilasciata al Channel 10 israeliano, Shavit ha spiegato che è difficile stabilire l’esito dell’operazione militare in corso e la sua capacità di condurre a una pace a lungo termine, sottolineando che l’impossibilità di identificare con chiarezza gli obiettivi dell’operazione, che includono la sconfitta o l’eliminazione di Hamas, generano dubbi sulla sua praticabilità.
Ha infatti sostenuto: “Se qualcuno crede che basti assassinare i leader di Hamas per costringere il movimento alla resa, si sta sbagliando”, e ha poi aggiunto: “Hamas non si arrenderà e non sventolerà bandiera bianca”.
Shavit ha ribadito che questo conflitto ha la caratteristica di essere una guerra a livello mentale: vincerà chi si dimostrerà più intelligente. Si è detto convinto del fatto che “ci sia stata la volontà politica di non perseguire i leader di Hamas e di non assassinarli e che le priorità del conflitto fossero altre; quindi le uccisioni sono state posticipate a un secondo momento”.
Ha invece ribadito che quando era alla guida del Mossad, dal 1989 al 1996, ha sempre preferito concentrarsi sulle uccisioni mirate sin dalle fasi iniziali di ogni operazione.
Ha dichiarato: “Una delle condizioni imprescindibili per il successo di una operazione è minare queste organizzazioni attraverso l’uccisione dei loro leader, come ho dimostrato con il Jihad Islamico uccidendo il suo capo, Fathi Shiqaqi e quindi paralizzando di fatto la sua azione per due anni. Se colpito alla testa, il serpente risentirà del colpo e avrà bisogno di tempo per trovare un’alternativa, quindi poi bisognerà uccidere anche gli eventuali successori”.
Alla domanda sull’attentato fallito ai danni del comandante della Brigata Al- Qassam, Mohammed Dhaif, Shavit ha risposto: “Loro hanno cara la morte, noi la vita, questa è una delle caratteristiche del conflitto tra palestinesi e israeliani”.
Traduzione di Romana Rubeo