La Lega Araba lancia un’iniziativa in sostegno di Gerusalemme

Il Cairo – PIC. La Lega araba ha lanciato, giovedì, un programma in sostegno di Gerusalemme, capitale eterna della Palestina e del popolo palestinese.

La Lega araba ha spiegato, in un comunicato pubblicato sul suo sito web, che il settore dell’informazione e della comunicazione ha diffuso sette registrazioni brevi che comprendono una serie di messaggi in favore di Gerusalemme, intitolati “Gerusalemme est la capitale della Palestina”.

La pubblicazione di questi messaggi in più lingue, tra cui l’arabo, l’inglese, il francese, lo spagnolo, il turco, il giapponese e l’ebraico, ha l’obiettivo di “arrivare al maggior numero possibile di ascoltatori in tutto il mondo e d’indirizzarsi alla comunità internazionale e non solo al mondo arabo”.

Inoltre, è la prima iniziativa in favore di Gerusalemme e del popolo palestinese, volendo ribadire che Gerusalemme è la capitale eterna della Palestina.

Nell’ambito dell’azione universitaria contro la decisione degli Stati Uniti di riconoscere Gerusalemme come capitale dello Stato ebraico, il sotto-segretario generale della Lega araba, Hossam Zaki, ha annunciato, mercoledì, che un summit di ministri degli Affari esteri di sei Paesi arabi insieme al Segretario generale della Lega, Ahmed Aboul Gheit, si terrà nella capitale giordana, Amman, il 6 gennaio prossimo.

Zaki ha dichiarato, in un comunicato stampa, che la prossima riunione a Amman comprenderà i ministri degli Affari esteri di Giordania, Egitto, Palestina, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Marocco e gli stessi membri del Consiglio dei ministri arabi per gli Affari esteri che hanno partecipato alla riunione d’urgenza tenutasi il 9 dicembre scorso.

Durante la riunione d’urgenza, organizzata su iniziativa della Giordania, i ministri degli Affari esteri arabi avevano chiesto agli Stati Uniti di annullare la Dichiarazione del presidente Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele e di retrocedere dall’intenzione di trasferire la loro ambasciata nella Città Santa, sottolineando che la decisione “sabota gli sforzi per la pace in Medio Oriente”.

Traduzione di Chiara Parisi