La madre di Malik al-Qadi convocata in ospedale: il giovane è in coma dopo uno sciopero della fame di 56 giorni

395558CBetlemme-Ma’an. Venerdì, l’amministrazione penitenziaria israeliana ha convocato urgentemente la madre di Malik al-Qadi al Wolfson Medical Center, dove il 25enne sembra essere entrato in coma, durante lo sciopero della fame.

Al-Qadi è in sciopero della fame da 56 giorni, dal 16 luglio scorso, in segno di protesta per essere stato posto in detenzione amministrativa – una politica israeliana di carcerazione senza accusa né processo sulla base di prove non dichiarate.

Abdallah al-Zhgari, direttore esecutivo dell’Associazione dei Prigionieri Palestinesi (PPS) ha dichiarato a Ma’an che è stato emesso con urgenza un permesso per la madre di al-Qadi a seguito di un grave deterioramento della salute dello scioperante. Al-Zhgari ha notato che il PPS aveva già richiesto i permessi per consentire alle madri di al-Qadi e dei fratelli Balboul in sciopero della fame di visitare i loro figli.

Al-Zghari ha sottolineato che la madre di al-Qadi lo aveva incontrato venerdì dopo che la sua detenzione amministrativa era stata sospesa da un tribunale israeliano, e da allora è rimasta al suo fianco. Al-Zghari ha aggiunto che le famiglie hanno il permesso di visitare gli scioperanti della fame quando la loro detenzione amministrativa viene sospesa.

Al-Zghari ha inoltre evidenziato a Ma’an che i funzionari della prigione israeliana stanno cercando di trattare forzatamente al-Qadi, per farlo uscire dal coma, nonostante egli abbia, in precedenza, annunciato il proprio rifiuto a trattamenti medici durante lo sciopero, a prescindere dalle condizioni di salute.

Al-Zghari ha detto a Ma’an di temere che al-Qadi possa morire in qualsiasi momento.

Sabato è prevista una seduta di emergenza in un tribunale israeliano per rispondere alla richiesta avanzata dal legale di al-Qadi perché venga  rilasciato a causa delle sue condizioni, ha affermato al-Zghari.

Al-Qadi venne arrestato il 23 maggio e precedentemente aveva già passato quattro mesi nelle carceri israeliane dopo il suo arresto nel dicembre 2015.

E’ uno studente di giornalismo e comunicazione dell’università di al-Quds ad Abu Dis.

Venerdì scorso, un tribunale israeliano ha temporaneamente sospeso la detenzione amministrativa per un solo giorno a seguito di un analogo provvedimento per i fratelli Balboul. In tutti e tre i casi, i giudici hanno detto che le sentenze sarebbero state sospese fino al miglioramento delle loro condizioni di salute.

Tuttavia, i tre i prigionieri sono fermamente impegnati nello sciopero della fame finché non saranno del tutto liberi dalla detenzione amministrativa.

I fratelli Mahmoud e Muhammad Balboul, che hanno iniziato lo sciopero rispettivamente il 4 e il 7 luglio, sono stati autorizzati a parlare con i loro familiari al telefono, mercoledì, per la prima volta da quando furono arrestati dai soldati israeliani dopo un’irruzione in casa loro, il 9 luglio, poco prima che la loro sorella minore Nuran, di 16 anni, fosse rilasciata dopo aver passato quattro mesi in una prigione israeliana.

Dall’inizio degli scioperi, la loro mamma, Sanaa Balboul, ha dovuto dipendere dagli avvocati per informarsi delle condizioni dei suoi figli. Sanaa ha detto a Ma’an che i suoi figli le inviano periodicamente dei messaggi attraverso gli avvocati, descrivendole tutte le pietanze che vogliono che cucini per loro quando saranno finalmente rilasciati.

In base al  video diffuso su tutti i social media di Sanaa e Nuran che parlano con Muhammad e Mahmoud, i fratelli erano visibilmente esausti e scarni, entrambi avevano problemi a mettere a fuoco con i loro occhi in un unico punto. I fratelli hanno detto alla madre e alla sorella che avrebbero continuato lo sciopero fino a quando Israele non li avrebbe rilasciati.

La politica della detenzione amministrativa, che permette a Israele di imprigionare senza processo o accuse, viene usata quasi esclusivamente contro i Palestinesi ed è stata ampiamente criticata da gruppi per i diritti che hanno accusato Israele di usare tale prassi per erodere la vita politica e sociale palestinese, arrestando decine di cittadini senza prove di un illecito.

Secondo Addameer, da luglio, 7.000 Palestinesi sono detenuti nelle carceri israeliane, 750 di loro sono in detenzione amministrativa.

Traduzione di Edy Meroli