Le guardie israeliane fanno irruzione nelle celle della prigione di Nafha e aggrediscono i detenuti

PIC. Un vasto spiegamento di guardie carcerarie israeliane ha fatto irruzione nelle celle della prigione del deserto di Nafha, lunedì notte, e ha condotto ispezioni approfondite tra le crescenti tensioni.

Il portavoce dell’Ufficio per i media di Asra, Akram Abu Sharkh, ha dichiarato martedì in un comunicato stampa che il raid nella sezione 10 della prigione ha fatto seguito all’attacco di un prigioniero palestinese a due carcerieri. Il prigioniero è stato tenuto in una cella non adatta agli esseri umani, senza coperte o vestiti adeguati, nelle attuali condizioni invernali, dopo essere stato picchiato, ha aggiunto Abu Sharkh.

Sottolinea che l’amministrazione carceraria ha isolato la sezione dalle altre ali carcerarie, ritenendola responsabile di eventuali danni arrecati ai detenuti.

La Palestine Prisoners Society (PPS) aveva avvertito lunedì di una massiccia repressione contro i prigionieri palestinesi detenuti nella prigione israeliana di Nafha dopo che un prigioniero aveva attaccato due membri del personale della prigione.

Altre forze sono state dispiegate nella prigione in seguito al presunto attacco, ha sottolineato il PPS, affermando che l’amministrazione carceraria ha interrotto l’erogazione di acqua e elettricità alla struttura.

Il centro per i diritti umani ha affermato che l’incidente è avvenuto quando la tensione nella prigione di Nafha è aumentata a causa delle misure di punizione collettiva israeliane.

Fonti dei media israeliani hanno affermato che due membri del personale carcerario sono stati attaccati da un prigioniero palestinese.

I due membri del personale non hanno avuto bisogno di essere trasferiti dalla clinica carceraria, dove hanno ricevute le prime cure, in altri ospedali.

Il Movimento dei prigionieri palestinesi aveva, in precedenza, avvertito di un’escalation dovuta al maltrattamento da parte del Servizio carcerario israeliano (IPS).

I prigionieri hanno minacciato di intraprendere misure, compreso lo sciopero della fame, all’interno delle carceri fino a quando le loro richieste non saranno soddisfatte.