L’indagine di Associated Press suggerisce che è stato il fuoco israeliano a uccidere Abu Aqleh

Ramallah-PIC. A due settimane dalla morte della corrispondente di Al Jazeera Shireen Abu Aqleh, una ricostruzione degli eventi effettuata dall’Associated Press (AP) ha rinforzato le affermazioni delle autorità di sicurezza palestinesi, nonché dei colleghi della vittima, secondo cui il proiettile che le ha tolto la vita sarebbe provenuto da un’arma israeliana.

“Diversi video e fotografie scattati la mattina dell’11 maggio mostrano un convoglio [dell’esercito] israeliano parcheggiato su una strada stretta in salita con una chiara visuale verso Abu Aqleh. Questo materiale mostra giornalisti e altri presenti in tempo reale corsi al riparo dai proiettili sparati dal convoglio”, stando ai risultati di un’indagine condotta recentemente da AP.

“L’unica presenza confermata di militanti palestinesi era localizzata dall’altra parte del convoglio, a circa 300 metri di distanza, e separata da Abu Aqleh essenzialmente da edifici e mura. Israele afferma che almeno un militante si trovava tra il convoglio e i giornalisti, ma non ha fornito alcuna prova né indicato la sua posizione. Testimoni palestinesi affermano che non c’erano militanti nell’area e nessuna sparatoria in corso fino a quella che ha colpito Abu Aqleh e ferito un altro giornalista”.

“Quei testimoni affermano di non avere dubbi sul fatto che siano stati i soldati israeliani a uccidere Abu Aqleh”.

Secondo AP, le autorità di sicurezza palestinesi si sono rifiutate di consegnare il proiettile che ha ucciso Abu Aqleh o di collaborare in alcun modo con Israele alle indagini, affermando che condivideranno i risultati della propria indagine con qualsiasi altro interessato.

In un’ondata sempre più crescente di violenza israeliana, la morte di Abu Aqleh ha acuito ulteriormente le tensioni nei Territori palestinesi occupati sollevando nuove preoccupazioni sulla sicurezza dei giornalisti che coprono i quasi 55 anni di occupazione militare israeliana nella Cisgiordania, rivendicata dai Palestinesi come parte principale del loro futuro stato.

AP ha detto che i suoi giornalisti hanno visitato il luogo in cui Abu Aqleh è stata uccisa, ai margini del campo profughi di Jenin, nel nord della Cisgiordania, così come la scena di uno scontro a fuoco avvenuto nelle vicinanze con le forze israeliane che è stata ripresa in un video.

Le interviste dei giornalisti di AP con cinque testimoni oculari palestinesi corroborano un’analisi già eseguita dal gruppo di ricerca Bellingcat con sede in Olanda che indicava che le forze israeliane erano particolarmente vicine ad Abu Aqleh e godevano di una visuale migliore. Il gruppo, specializzato nella geolocalizzazione degli eventi nelle zone di guerra attraverso l’analisi di foto e video condivisi online, ha individuato la posizione del convoglio proprio nel punto più alto di una strada stretta da dove è stata uccisa Abu Aqleh.

I giornalisti che erano con Abu Akleh affermano che al giungere ​​sul posto la situazione era tranquilla, senza alcuno scontro in corso o militanti nelle immediate vicinanze. Ali Samoudi, un produttore di Al Jazeera di Jenin, ha detto ad AP di aver chiamato le persone all’interno del campo per avere un’idea di cosa stesse succedendo.

Successivamente, si sono diretti verso una strada lunga e stretta in salita da un’area aperta sino a un gruppo di edifici di cemento dove un convoglio dell’esercito israeliano era stazionato a circa 200 metri di distanza. Ogni giornalista indossava un casco e un giubbotto blu con la scritta “PRESS” a caratteri cubitali.

“Siamo usciti in bella vista di modo che potessero vederci”, ha aggiunto Samoudi. “Non ci hanno detto che dovevamo lasciare il luogo, quindi abbiamo proceduto lentamente, camminando per circa 20 metri”.

Shatha Hanaysheh, una fotografa locale, ha detto che sono rimasti lì per 5-10 minuti, parlando e persino ridendo perfettamente visibili dai soldati. Un video che sembra catturare i primi spari supporta la sua versione.

Samoudi ha detto che i soldati hanno sparato un colpo di avvertimento, cosa che lo ha fatto chinare e correre via. Il secondo colpo lo ha colpito alla schiena. Abu Aqleh è stata colpita alla testa e sembra essere morta sul colpo, Hanaysheh ha trovato rifugio sul retro di un albero vicino a un muro. La corteccia dell’albero sul lato rivolto verso l’esercito sembra segnata e scavata da colpi di arma da fuoco o schegge.

“Abbiamo visto che gli spari provenivano dall’esercito”, ha detto Hanaysheh. “Quando Ali, Shireen e io siamo scappati al riparo, siamo scappati da loro”.

Sharif Azer, un residente locale che stava andando al lavoro, ha sentito gli spari ed è corso ad aiutare. Può essere osservato in un altro video, abbondantemente condiviso, mentre scavalca il muro dove Hanaysheh si stava riparando aiutandola a scappare.

Dopo l’uccisione di Abu Aqleh si sono sentiti diversi spari, mentre le persone si mettevano al riparo su entrambi i lati della strada. Quando Azer si è allontanato dall’albero, gli spari hanno continuato a risuonare facendolo indietreggiare, evidenziando che essi provenivano dalla posizione dell’esercito. Ha riferito che poteva vedere benissimo i soldati puntare le pistole.

“Ci hanno sparato più di una volta. Ogni volta che qualcuno si avvicinava, gli sparavano contro”, ha detto.

“Le indagini israeliane sulle sparatorie di palestinesi spesso vengono trascinate per mesi o anni prima di essere tranquillamente archiviate, e i gruppi per i diritti umani affermano che i soldati sono raramente ritenuti responsabili”, ha sottolineato AP.

Traduzione per InfoPal di Laura Pennisi