Morto Peres: una vita tra (suoi) crimini di guerra e Nobel per la pace


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. L’ex presidente israeliano nonché premio Nobel per la Pace 1994, Shimon Peres, è deceduto il 28 settembre 2016, all’età di 93 anni. Era stato ricoverato presso l’ospedale Sheba di Tel Aviv a causa di una ischemia cerebrale. Ai funerali di venerdì hanno partecipato tutti i “grandi” del mondo.

Figura alquanto ambigua, Peres è considerato uno dei personaggi più importanti, e anche più contraddittori, della storia dello Stato d’Israele. Ricordato da molti come“costruttore di pace”, altri lo definiscono come un politico spietato, sulle cui spalle gravano diversi crimini di guerra.
L’assegnazione del Nobel fu oggetto, infatti, di numerose controversie proprio per i trascorsi politici del defunto ex presidente.

Bisogna innanzitutto ricordare l’acceso dibattito che sconvolse il Partito Laburista, di cui faceva parte Peres, in merito al futuro di Gerusalemme, questione lasciata in sospeso negli accordi del 1993 e che venne poi ripresa dieci anni dopo durante un convegno dei laburisti. Peres affermò categoricamente che non ci sarebbe mai potuta essere una divisione e che Gerusalemme sarebbe dovuta rimanere la capitale unicamente dello Stato d’Israele. Egli fu anche uno dei principali artefici dell’armamento atomico del Paese, che ora possiede ben 200 testate nucleari.

Nella memoria dei palestinesi restano, inoltre, i crimini di cui si è macchiato. Dalla creazione delle colonie ebraiche, definite illegali, su territorio palestinese (creazione favorita da Peres e Sharon) fino alla repressione nel 1987 della prima Intifada, che provocò la morte di migliaia di persone, per lo più civili.

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Uno dei casi più controversi fu quello del massacro di Qana nel 1996, durante la sua presidenza. Una base delle Nazioni Unite venne bombardata perché Israele la riteneva una base degli Hezbollah. Nell’attacco morirono 102 civili, mentre 120 furono i feriti. Le indagini condotte sostennero che Israele sapesse della presenza dei civili ma avesse bombardato ugualmente, accuse ovviamente smentite da Peres, il quale si scusò per l’errore commesso.

Nel 2008, l’operazione Piombo Fuso provocò la morte di migliaia di civili. Peres dichiarava: “È una guerra necessaria e giusta”. “Guerra” combattuta tra il quarto esercito più potente al mondo e civili armati di fionde e razzi artigianali. Ma, nonostante la vittoria, la pace non arrivò e nel 2014, con l’operazione Margine Protettivo, vi furono altri 2139 morti tra i palestinesi, a fronte di circa 24 morti provocati dai razzi palestinesi nel corso degli anni.

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La colomba Peres cercò di costruire la pace con la morte dei palestinesi. E, ovviamente, la pace ancora non c’è.

– Ramoso