
ESTERI Medio Oriente – Inferno nei Territori
Proseguono i raid,
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Allarme Usa: "Preoccupati per le condizioni umanitarie" | |
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hanno già provocato oltre cento morti
Olmert: abbiamo diritto all’autodifesa
Le condanne internazionali non fermano Israele che per bocca del primo ministro Ehud OLmert ha ribadito oggi che loffensiva nella striscia di Gaza andrà avanti. E intanto il bilancio dei morti sale, 66 palestinesi sono morti da ieri, quando si è intensificato lassalto contro il territorio dominato dal movimento estremista Hamas, una operazione dimostrativa per interrompere il lancio di razzi Qassam verso il territorio dello Stato ebraico.
Barak: "Pronti all’offensiva"
È loffensiva più violenta scatenata a Gaza dal 2000. Olmert, aprendo il consueto consiglio dei Ministri della domenica, ha ribadito che Israele prosegue la missione «contro le organizzazioni terroristiche». Sempre stamattina parlando alla radio il ministro della Difesa, il laburista Ehud Barak, ha dichiarato che lipotesi di una vasta offensiva di terra a Gaza è «reale e concreta»: Hamas «pagherà il fio del degrado della situazione». Del resto già 2.000 soldati israeliani sono impegnati nelle operazioni, fra raid aerei e scaramucce a terra. Due di loro sono rimasti uccisi ieri.
Ripresi i raid, sale il numero delle vittime
Questa mattina sono stati uccisi cinque palestinesi, che si aggiungono ai 61 morti ieri. Le operazioni della missione col nome di «Inverno caldo» sono riprese stamane nel nord della Striscia; già questa notte apparecchi dellaeronautica avevano bombardato gli uffici del capo del governo di Hamas, Ismail Haniyeh, distruggendoli. Da mercoledì, i morti palestinesi sono quasi 90. Non è possibile stabilire un bilancio preciso che separi le vittime fra i combattenti armati e quelle fra la popolazione civile; si parla di almeno 7 bambini morti.
Abu Mazen sospende i negoziati
Il presidente palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas) ha sospeso tutti i contatti con Israele in segno di protesta per le operazioni israeliane a Gaza. Sabato, i gruppi armati palestinesi hanno lanciato oltre 50 razzi contro Israele (sette i civili feriti, fra cui due bambini, nella città di Ashkelon). Mercoledì, un razzo aveva ucciso un civile israeliano. I duemila soldati di Israele da ieri sono penetrati nella Striscia per una profondità di tre chilometri secondo quanto riporta la televisione pubblica israeliana. A parte alcuni corrispondenti delle agenzie, i giornalisti hanno potuto rientrare a Gaza solo da questa mattina, con la riapertura del valico di Erez che come di consueto era stato chiuso da Israele venerdì pomeriggio.
I palestinesi si ricompattano: "Olocausto"
La pressione internazionale monta per spingere Israele a interrompere le operazioni (ma Barak ha dett
o oggi che «lo scopo, mettere fine al lancio di razzi, non lo otterremo in due giorni; dobbiamo continuare e prepararci a una escalation»). Loperazione certamente rafforza la posizione interna del sempre zoppicante governo di unità nazionale guidato da Olmert, ma ha avuto anche leffetto di ricompattare le fazioni palestinesi. Così il presidente dellAnp Abu Mazen, dalla Cisgiordania ieri ha condannato con veemenza lattacco israeliano parlando di un «olocausto» e ha chiesto la convocazione durgenza del Consiglio di sicurezza dellOnu.
L’Europa: uso sproporzionato della forza
Questa notte, il Consiglio con labituale politica del compromesso ha condannato le violenze a Gaza ma anche il lancio di razzi verso il sud di Israele, sottolineando «la necessità per tutte le parti di mettere fine da subito a ogni atto di violenza». Da parte sua il segretario generale dellOnu, Ban Ki-Moon, ha riconosciuto a Israele il diritto di autodifesa ma ha criticato «luso sproporzionato ed eccessivo della forza che ha ucciso e ferito tanti civili, inclusi dei bambini». Di uso «sproporzionato» della forza parla anche lUnione Europea. Ma Olmert ha replicato stamane che «nessuno ha il diritto morale di criticare Israele per lesercizio del diritto allautodifesa». Ieri, gli Stati Uniti per bocca del portavoce del Consiglio nazionale di sicurezza Gordon Johndroe, hanno lanciato un appello alla fine delle violenze nel conflitto israelopalestinese, confermando il diritto di difendersi di Israele.