Situazione economica di Gaza quasi al collasso

Gaza-Palestinian Centre for Human Rights-Pchr. Le condizioni di vita a Gaza sono peggiorate fino ad un punto di non ritorno, rendendo la popolazione gazawi una delle più povere, abbandonate a se stesse ed esposte ad ogni vulnerabilità nel pianeta.

Il settore privato di Gaza, motore della potenziale crescita economica, è al momento inattivo a causa del blocco, delle restrizioni sulla libertà di movimento e di accesso alle risorse naturali nonché ai mercati, e delle guerre ricorrenti, secondo il più recente report sul recupero dell’economia di Gaza, rilasciato a luglio dal Programma dell’UNDP per l’Assistenza al Popolo Palestinese di Gaza e scritto da Mohammed Samhouri.

Il rapporto “Tre anni dopo le ostilità del 2014 – Oltre la sopravvivenza: sfide alla ripresa economica e sviluppo a lungo termine” fornisce un’analisi delle principali sfide che sta affrontando attualmente l’ambiente economico di Gaza, tre anni dopo le ostilità verificatesi nel 2014 e propone un innovativo approccio al sostegno del settore privato di Gaza non solo per sopravvivere ma anche per prosperare.

Alla presentazione del report, il Rappresentante Speciale dell’amministratore dell’UNDP ha chiarito che Gaza non deve essere vista come un fardello umanitario ma come un potenziale di sviluppo guidato dalle sua popolazione resiliente e innovativa. “La disoccupazione a Gaza è una delle più alte al mondo, con il 60% dei giovani senza lavoro. Il rapporto è chiaro sul fatto che se soluzioni politiche non sono proposte per il lungo deterioramento della situazione economica e delle condizioni di vita, ogni tipo di aiuto che arriverà dalla comunità internazionale mancherà di ogni aspettativa e sarà soltanto un semplice “cerotto”. Il costo umano è sostenuto da proprietari di aziende, lavorativi, donne e bambini, da persone che già hanno subito i traumi del conflitto. Loro sono coloro che non avranno accesso all’elettricità, all’acqua ai servizi igienici e sanitari”, ha aggiunto.

Tre anni dopo le ostilità verificatesi a Gaza nel 2014, e nonostante i progressi registrati nella riparazione di abitazioni e infrastrutture, il processo di ricostruzione e recupero sta procedendo a passi molto più lenti di quanto programmato a causa delle restrizioni negli accessi e mancanza di fondi. Il settore privato di Gaza è ben lontano dalla ripresa per i diffusi danni e perdite – stimate per un costo pari a 3,1 miliardi di dollari – derivanti dalle devastanti ostilità recenti. La maggior parte delle strutture riguardanti i settori dell’agricoltura e manifattura sono ancora in attesa di essere riparate e riabilitate.

Il rapporto sottolinea anche che l’economia di Gaza si è in fase di stagnazione da 10 anni, con una crescita di PIL annuo reale che non ha oltrepassato l’1,44% nell’ultimo decennio, mentre la popolazione a Gaza è cresciuta del 38,4% nello stesso periodo di tempo. Secondo quando scritto nel documento, una maggiore crescita del PIL è necessaria al fine di ridurre la disoccupazione cronica di Gaza che al momento si attesta al 40,6% e per sviluppare le condizioni di vita.

Superare le sfide di cui si parla nel rapporto è rilevante per risolvere le strozzature politiche; ciò è alla base della crisi economica di Gaza. L’accelerazione della ripresa e del processo di ricostruzione forniranno alla popolazione di Gaza l’opportunità per investire nelle proprie vite e in progetti di sviluppo della comunità a lungo termine.

Le attuali condizioni catastrofiche nella Striscia di Gaza richiedono disperatamente azioni durature così da poter rallentare, fermare ed infine ribaltare il declino in termini reali per l’economia di Gaza. L’ONU ha già previsto che per il 2020 Gaza sarà un posto impossibile da abitare.

Further information about the Report “Three Years After the 2014 Gaza Hostilities – Beyond Survival: Challenges to Economic Recovery and Long-Term Development” can be found at www.ps.undp.org. 

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Dania Darwish, Tel. +972 2 6268229 – e-mail: dania.darwish@undp.org; Shahd El-Swerki, Tel. +970 595 028 333 – e-mail: shahd.el-swerki@undp.orghttp://www.ps.undp.org

Traduzione per InfoPal di M.D.F.